“Un estremo atto di rispetto formale verso le istituzioni” lo definiscono, un “preavviso di sfiducia” alla classe politica siciliana “impegnata a litigare per le poltrone e a sopravvivere a sé stessa”. E’ duro il messaggio dell’Ance, l’associazione degli imprenditori edili, una sorta di ultimo appello “dopo il quale, in assenza di attenzione e risposte, l’intera categoria delle costruzioni si mobiliterà per rimuovere in maniera dura le cause che hanno messo in ginocchio un settore un tempo fiore all’occhiello dell’imprenditoria siciliana nel mondo”.
I costruttori da tempo denunciano l’immobilismo nel settore per assenza di investimenti pubblici e programmazione di strumenti operativi d’emergenza volti ad arginare la crisi. A questi si aggiunge il dilagante fenomeno dei ribassi eccessivi nelle gare d’appalto. Problemi su cui l’Ance chiedeva “soluzioni immediate ma, dopo quasi un anno di confronti, il governo regionale e l’Ars non hanno assunto alcuna iniziativa concreta”.
Così il settore edile crolla, coinvolgendo imprese e lavoratori. “Decine di migliaia di dipendenti perdono il lavoro – aggiungono i costruttori siciliani – tutte le piazze provinciali sono in grande fermento perché nessuno di noi sa come dare risposte alla generale preoccupazione delle famiglie”. In quest’anno sono stati avviati 20mila licenziamenti e i bandi di gara sono calati del 60 per cento.
“Tutto ciò – spiega l’Ance – sta travolgendo l’intera economia siciliana proprio nel periodo festivo, ed è sconcertante per le associazioni di categoria dovere affrontare l’emergenza vivendo la sensazione che l’intera classe politica di tutto l’arco costituzionale sembri non accorgersi di nulla. Insomma, ci manca l’interlocutore. E’ per questa ragione che il Comitato di Presidenza dell’Ance Sicilia ha deciso di convocare una conferenza stampa per domani, alle ore 10.30, presso la sede di Ance Catania, per annunciare la notifica all’intera classe politica siciliana di un ‘preavviso’ di sfiducia”.