CATANIA. Le avrebbe offerto un passaggio a casa in auto, conducendola invece fino al parcheggio dell’ospedale Sant’Isidoro di Giarre, in via Forlanini, in una zona appartata. Lì avrebbe avuto un rapporto sessuale completo con una ragazzina di 13 anni. Emergono nuovi dettagli dalla triste storia di abusi che vede protagonista un venditore amb anni, originario di Piedimonte Etneo, raggiunto nei giorni scorsi da ordinanza di custodia cautelare in carcere per atti sessuali con una minorenne. I fatti risalgono alla fine di agosto dello scorso anno. La giovanissima, solo due settimane dopo, sarebbe andata con la madre all’ospedale di Acireale per una visita ginecologica, dopo aver avvertito dolori e temendo di essere rimasta incinta. La vicenda viene segnalata tempestivamente dai medici agli agenti del Commissariato di Polizia acese e poi da questi ultimi ai carabinieri di Giarre. Vengono avviate le indagini. Il giorno successivo, su disposizione del pubblico ministero Francesco Brando, viene sentita la giovanissima.
IL RACCONTO. Un ragazzo di circa 24 anni, vestito con maglietta bianca e pantaloncini neri, le avrebbe offerto un passaggio in auto. Lei, conoscendolo di vista, avrebbe accettato. Ma quel ragazzo non l’avrebbe condotta a casa ma fino al parcheggio dell’ospedale giarrese, un luogo che la sera si trasforma in una terra di nessuno. Questo lo striminzito racconto fornito agli inquirenti in prima battuta dalla vittima, che riferiva di non ricordare altro. Solo due settimane dopo la tredicenne trova il coraggio di raccontare nel dettaglio l’accaduto, rivelando anche il nome di chi ha abusato di lei. Il giovane, giunto nel luogo appartato, si sarebbe spogliato del tutto, le avrebbe messo una mano in bocca, le avrebbe tolto le mutandine e avrebbe consumato il rapporto, il primo per la giovanissima. Dopo l’avrebbe abbandonata nel parcheggio poiché, essendo sottoposto alla misura di prevenzione della Sorveglianza, doveva rientrare a casa per le 21. Infine le avrebbe intimato di non rivelare a nessuno quanto successo poiché sposato e padre di famiglia.
Sentito dopo alcune settimane, l’indagato ha negato di aver avuto rapporti con la tredicenne, affermando di essere stato invece più volte provocato dalla ragazzina. Il 26enne ha infine affermato di essersi trovato vicino alla propria abitazione nell’orario in cui, stando al racconto della giovane, avrebbero consumato il rapporto. Ma gli esami delle celle di aggancio dell’utenza telefonica lo inchioderebbero. Il giovane, nell’orario contestato, si sarebbe trovato a Giarre in luoghi compatibili con quelli indicati dalla vittima. Anche gli accertamenti, compiuti dai Ris di Messina, sulle tracce biologiche rinvenute sugli slip della tredicenne confermerebbero il compimento di un atto sessuale tra la giovanissima e l’indagato. Sette mesi dopo, però, la tredicenne ritratta in parte quanto affermato. Il rapporto sessuale sarebbe stato consenziente.
Per l’accusa l’indagato si sarebbe “approfittato di una situazione di debolezza per soddisfare i propri istinti sessuali, a prescindere dalla qualsivoglia valutazione in ordine alla ancora tenera età della ragazza e, dunque, alla sua particolare vulnerabilità; ciò in totale spregio alla libertà di autodeterminazione sessuale della vittima, certamente non ancora pienamente sviluppata e, pertanto, coartata dal comportamento tenuto dall’indagato”. Tesi sposata dal gip di Catania Santino Mirabella che ha disposto l’applicazione della misura cautelare in carcere. L’indagato è inoltre accusato di aver preso parte ad una serie di furti commessi ai danni di alcune abitazioni di Piedimonte Etneo , come emerso nel corso dell’attività investigativa. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia l’indagato, assistito dal legale Giuseppe Testa, si è avvalso della facoltà di non rispondere. Preannunciato il ricorso al Riesame.