ROMA – Volevano costituire un movimento d’ispirazione apertamente filonazista, xenofoba ed antisemita denominato “Partito Nazionalsocialista Italiano dei Lavoratori”. E’ quanto emerso dalle indagini della Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno che hanno portato oggi a 19 perquisizioni in tutta Italia nei confronti di altrettanti estremisti di destra. Sempre secondo le indagini, alcuni degli accusati avevano anche fatto riferimento ad una disponibilità di armi ed esplosivi e avevano condotto attività di reclutamento attraverso i propri account social.
L’inchiesta, avviata da circa due anni, è coadiuvata dagli omologhi uffici di Siracusa, Milano, Monza Brianza, Bergamo, Cremona, Genova, Imperia, Livorno, Messina Torino, Cuneo, Padova, Verona, Vicenza e Nuoro. I 19 decreti di perquisizione domiciliare, nell’ambito dell’operazione ‘Ombre Nere’, sono stati emessi dalla Procura Distrettuale di Caltanissetta d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. L’attività – diretta dalla Procura distrettuale di Caltanissetta- viene svolta sotto il coordinamento della Direzione Centrale Polizia di Prevenzione – Servizio per il Contrasto dell’Estremismo e del Terrorismo Interno e con la collaborazione del Servizio della Polizia Postale e delle Comunicazioni.
Tra le persone coinvolte nel tentativo di creazione di un partito filonazista e antisemita c’è anche un pluripregiudicato calabrese, ex “legionario” ed esponente di spicco della ‘ndrangheta, con un passato da collaboratore di giustizia e già referente di Forza Nuova per il ponente ligure. E’ quanto emerge dalle indagini della Digos di Enna e del Servizio Antiterrorismo Interno che hanno portato oggi a 19 perquisizioni in tutta Italia nei confronti di altrettanti estremisti di destra.
Ai vertici del gruppo che voleva ricostituire il Partito nazista c’era anche una donna, una 50enne impiegata e incensurata, che faceva parte del direttivo nazionale dell’autonominato ‘Partito Nazionalsocialista Italiano dei lavoratori’. La donna si faceva chiamare ‘Sergente maggiore di Hitler’ e aveva il compito di reclutamento e diffusione di ideologie xenofobe. La Digos di Padova oggi ha proceduto ad una perquisizione nei confronti della donna. L’operazione Ombre nere è giunta dunque anche a Cittadella. La Digos di Padova infatti , in collaborazione con i colleghi siciliani, ha perquisito la 50enne impiegata che stando alle rilevanze investigative si trovava in una posizione di vertice all’interno del movimento. In casa sua gli investigatori hanno trovato materiale per la propaganda, striscioni con svastiche e altri loghi antisemiti, bandiere naziste. La donna aveva partecipato a manifestazioni di Forza Nuova anche in Veneto.
Nel variegato mondo degli estremisti che stavano tentando di organizzare – secondo le accuse – un gruppo neonazista, c’è anche una 26enne che avrebbe partecipato e vinto il titolo di ‘Miss Hitler’. Il particolare è emerso nel corso delle perquisizioni effettuate dalla Digos nel Milanese a carico di tre estremisti di destra (fra cui la giovane), indagati dalla Procura Distrettuale Antimafia di Caltanissetta, per costituzione e partecipazione ad associazione eversiva ed istigazione a delinquere.
Le tre persone indagate sono due donne, R.F. di 26 anni, residente a Pozzo d’Adda (Milano), e B.G.C., di 46, residente a Milano, e un uomo, G.F., 41enne residente a Lacchiarella (Milano). Secondo quanto accertato dagli investigatori milanesi, delegati dalla Procura siciliana, R.F., l’estate scorsa avrebbe preso parte come oratrice ad un convegno di estremisti di destra a Lisbona (il 10 agosto) e avrebbe partecipato a un concorso on line, sul social network ‘VK’, vincendo il titolo di ‘Miss Hitler 2019’. A seguito delle perquisizioni, sono anche stati sequestrati due coltelli, tre cellulari, due computer e un tablet, diverso materiale di area politica di estrema destra, un busto di Benito Mussolini, libri sull’antisemitismo e sul fascismo.
Ha 48 anni, abita a Curtarolo, fa l’impiegata, ha figli e il marito risulta non fosse a conoscenza della sua vicinanza al nazifascismo. E’ quanto emerso sulla padovana indagata nell’ambito dell’inchiesta “Ombre nere” che ha portato alla perquisizione di 19 persone in tutta Italia perché impegnate a fondare un nuovo movimento xenofobo e antisemita denominato “Partito Nazionalsocialista Italiano dei lavoratori”. L’inchiesta, partita dalla distrettuale di Caltanissetta, ha portato la Digos anche nell’Alta Padovana. La donna, che aveva una posizione di vertice nell’inquadramento del gruppo, aveva partecipato ad un raduno internazionale a Lisbona, in cui si erano riuniti altri esponenti europei legati a movimenti xenofobi e razzisti.Anche lei, come il resto del gruppo, chattava con VContact, il Facebook russo, per evitare di essere tracciata dalla polizia europea e italiana. La polizia stamane le ha sequestrato volantini, striscioni, materiale inneggiante Hitler, bandiere con svastiche e insulti a Emanuele Fiano. Tutto era nascosto dietro ad un armadio.
“La difesa dell’identità nazionale e della razza è un valore etico, che deve essere regolato solo con la promulgazione di norme che conferiscono dei vantaggi agli appartenenti al Popolo”. Si legge questo al capitolo 12 dei 25 che costituiscono il programma del Nsab, Nationasozialistiche Arbeiter Bewegung (Movimento Nazionalsocialista dei Lavoratori) trovato in una delle perquisizioni nell’ambito dell’operazione “Ombre Nere”. Un vademecum razzista sul quale si fonda lo “Stato Nazionale” che, viene detto, “è composto da tre categorie di persone: gli Appartenenti, gli Aggregati al Popolo, gli Stranieri”. L’onestà viene definita “prima garanzia etica che deve regolare ogni rapporto politico, sociale o giuridico”, ma deve anche “tutelare la razza e difesa dell’identità nazionale, nel rispetto della forma etica”. “Al momento della costituzione – si legge – appartengono al popolo tutti gli individui che erano già precedentemente titolari di tale diritto, irrinunciabile ed inalienabile, successivamente trasmesso ai loro figli naturali, secondo il principio dello jus-sanguinis”. Lo Stato Nazionale “è una Repubblica” e “il Governo Ordinario è nominato dal Comandante della Nazione” e “resterà in carica a tempo indeterminato su fiducia consultiva del Parlamento”.
Una insospettabile impiegata d’azienda 48enne, moglie e mamma, è considerata tra i registi occulti del ‘Partito Nazionalsocialista Italiano dei lavoratori’ scoperto dall’inchiesta della Procura di Caltanissetta d’intesa con la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo. Alla sua porta di Curtarolo (Padova) hanno bussato gli uomini della Digos e della Polizia postale, scoprendo dietro un armadio tutti i segreti della sua doppia vita votata alla memoria del Fuhrer. Ben accatastati erano conservati volantini, striscioni, materiale vario inneggiante a Hitler, bandiere con svastiche e frasi antisemite scritte a penna nei confronti del deputato Pd Emanuele Fiano. Un’attività, secondo gli accertamenti dell’inchiesta “Ombre nere”, di cui il resto della famiglia sarebbe stato completamente all’oscuro. Nel silenzio della sua stanza la donna, denunciata per terrorismo e apologia del fascismo, si faceva chiamare ‘Sergente maggiore di Hitler’ mentre dialogava con i componenti del gruppo xenofobo sul programma di azione e sull’addestramento da seguire. Colloqui tenuti anche attraverso VContact, il Facebook russo utilizzato per evitare di essere tracciata dalla polizia europea e italiana. Oltre ad avere una posizione di vertice nell’organizzazione, la padovana seguiva di persona gli eventi d’interesse del movimento. Ha partecipato ad un raduno internazionale, la ‘Conferenza nazionalista’ di Lisbona, in cui si sono riuniti altri esponenti europei legati a movimenti xenofobi e razzisti. L’obiettivo era quello di creare un’alleanza transnazionale tra i movimenti d’ispirazione nazionalsocialista di Portogallo, Italia Francia e Spagna. Quando era in Italia, la donna aveva il compito di reclutare e diffondere le ideologie del movimento. Gli investigatori hanno scoperto la sua partecipazione a manifestazioni ed eventi di Forza Nuova in varie località della regione. A finire nelle maglie delle indagini sono stati, oltre a lei, altri tre veneti: una coppia di Vicenza, originaria della Sicilia, e una donna di Caldiero, nel veronese, militante di Forza Nuova. Nella sua abitazione è stato recuperato il documento programmatico del gruppo, oltre a scritti, materiale informatico, cimeli riferiti al nazionalsocialismo, bandiere con la croce uncinata e decine di libri legati al periodo nazista.
Era una vita difficile – con pochi soldi, un bambino da crescere e pochissimi amici – quella della 26enne indagata dalla Digos milanese nell’ambito dell’inchiesta della Procura di Caltanissetta. La giovane mamma, alta, bionda, e con tatuata sulla schiena l’aquila del Reich, passava il suo tempo a commentare con livore la cronaca e la politica, sui social, e a fare affermazioni contro ebrei e immigrati. Viveva grazie all’appoggio dei famigliari, e lavoricchiava. Negli ambienti neonazi aveva cominciato ad avere una certa notorietà dopo aver preso la parola a un convegno di area a Lisbona, e questo forse aveva accelerato il peggioramento. Non risulta però, al momento, che abbia mai partecipato a iniziative violente. Il concorso di Miss Hitler a quanto si è appreso si tiene da diversi anni sul cosiddetto ‘deep web’.