CATANIA. Proseguono serrate le simulazioni parecchio verosimili della Protezione Civile in tutta la città. Da quando ieri, infatti, è stato ipoteticamente lanciato l’allarme di un una scossa di terremoto di gradi 5.8 della scala Richter sono scattati gli interventi e le esercitazioni mirati a prestare soccorso alla popolazione, in aderenza alle disposizioni contenute nel vigente “Piano di Emergenza Comunale”. Un’esercitazione che si rivela essenziale per una città, come sappiamo, particolarmente soggetta al rischio di eventi sismici di grossa portata. Un’ attività di prevenzione, dunque, volta a testare la macchina dei soccorsi, nel tentativo di mitigare, nello scongiurato caso, gli effetti e quindi ridurre le criticità relativamente le vittime e i danni.
L’esercitazione è organizzata dal Comune in collaborazione con l’Associazione Misericordia San Leone, l’Ugem Sicilia delle Misericordie, le strutture comunali di volontariato di protezione civile e in sinergia con il Dipartimento Nazionale di Protezione civile. Il coordinamento delle attività è affidato al Centro operativo comunale (Coc) attivato subito dopo il finto sisma, e alla sala operativa del campo base, allestito nel parcheggio scambiatore Fontanarossa in seguito all’allerta del Coc e all’arrivo dei volontari. Nella sala operativa del Coc il responsabile della Protezione civile comunale Salvatore Fiscella e il presidente del coordinamento dei Volontari Carmine Rosati sottolineano come sia importante “verificare sul campo il piano di emergenza per evidenziare eventuali criticità e apportare le necessarie modifiche, nell’interesse di tutti i cittadini, ai quali chiediamo di non allarmarsi se si ritroveranno in prossimità di alcuni scenari, che comunque saranno segnalati da apposita cartellonistica”.
Ininterrottamente impegnati da ieri, dunque, nelle operazioni di finto soccorso, circa 1000 volontari, 100 funzionari, 150 mezzi e alcune unità cinofile distribuiti in 35 scenari allestiti nel territorio etneo. Coinvolti fattivamente nelle simulazioni l’ Amministrazione, scuole e enti, fra cui: Comune di Catania, Questura, Carabinieri, Guardia di Finanza, Parcheggio Cimitero, Ognina, Centri Commerciali, Mercato Ortofrutticolo, Asse dei Servizi e Archi della Marina. In serata e nella notte continueranno le simulazioni al Parco Gioeni, Villa Bellini, Circumetnea, Boschetto della Playa, Parcheggio Vulcania, Piazza Borgo, Amt e Piazza Vicerè. Le esercitazioni si concluderanno definitivamente domani alle ore 13.00 negli edifici di Piazza Duomo.
Ma tra gli enti coinvolti, questo pomeriggio, c’era anche la Capitaneria di Porto che ha impegnato i militari e le motovedette della Guardia Costiera nelle operazioni di finto soccorso. Operazioni, peraltro, corredate da tanto di “cavie”, sporche di sangue finto, perfettamente immedesimate nella parte da inscenare. Lo scenario ipotizzato, infatti, è stato quello di un’onda anomala conseguente ad un terremoto che ha comportato il crollo parziale di un capannone, nel quale varie persone sono rimaste intrappolate e recuperate poi via mare. “ E’ andata molto bene – ha spiegato il Capitano di Fregata, Pietro Ricci a LiveSiciliaCatania – e tutto ha funzionato al meglio. Abbiamo testato la risposta di tutti i nostri dispositivi in caso di eventi calamitosi, abbiamo impiegato i nostri equipaggi in sinergia con la Protezione Civile e in termini reali la nostra risposta è stata veloce e soddisfacente – ha concluso”.
Ezio Rizzo, Responsabile di Sicilia Area 13 della Misericordia di San Leone, che in queste ore sta dirigendo le simulazioni, ci spiega più nel dettaglio alcuni particolari dell’esercitazione avvenuta in mare. “Abbiamo impegnato – spiega Rizzo – decine di Volontari per i soccorsi, mentre in mare era presente il gruppo specialistico della Croce Rossa, il quale si è occupato di stabilizzare i feriti recuperati in acqua, trasportandoli poi con le motovedette. Dopodiché – prosegue – hanno utilizzato i nostri presidi sanitari per sistemarli, imbracarli e passarli a noi sul molo. Noi abbiamo poi completato il lavoro sistemando i feriti e gli infortunati nelle nostre ambulanze per poi trasportarli nel nostro campo a Fontanarossa. Nel campo – dice – ci sono due tende per il Posto Medico Avanzato, che coinvolgerà 35 tra medici e infermieri, una infermeria “reale”, una tenda per la segreteria, una per le apparecchiature radio, una cucina da campo, una tenda per i truccatori, e 70 tende da 8 posti messe a disposizione dal ministero che – conclude – siamo andati a prendere con 4 container a Palermo”.