PALERMO – I dati del rapporto Svimez sul Sud sono più che allarmanti e il ministro Peppe Provenzano, che della Svimez è stato numero due fino a quest’estate, non lo nasconde. Ma afferma che il governo ha preso la strada giusta. “È la radiografia di una frattura profonda, trascurata in decenni di disinvestimento pubblico nel Mezzogiorno che hanno prodotto, con la sofferenza sociale e l’arretramento produttivo nell’area, un indebolimento dell’Italia nello scenario europeo e la rottura dell’equilibrio demografico – scrive il ministro per il Sud su Facebook – . Con l’Italia che si è fermata nei primi mesi del 2019, oggi la Svimez – Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno conferma quanto temevo poche settimane fa al mio insediamento, l’eredità pesante di un Sud entrato in recessione”.
“Ma queste analisi – dice il ministro siciliano – non devono indurre allo scoraggiamento, devono spingere a un impegno ancora maggiore che deve investire l’intero governo, a un’urgenza condivisa. Perché il Rapporto Svimez non è solo un grido di dolore, va letto per intero, indica politiche di cambiamento possibile e di rilancio dello sviluppo, nell’interesse dell’intero Paese. E le analisi Svimez confermano anche che abbiamo messo a fuoco le giuste priorità, già in questi primi atti di governo e nella Legge di Bilancio che ha un corposo capitolo dedicato al Sud: dalla vera attuazione della clausola del 34% all’accelerazione della spesa dei fondi nazionali di coesione, dal sostegno all’industria che innova al rafforzamento della dotazione di servizi nei Comuni del Sud”.
Sul tema il ministro si è già pronunciato più volte. E lo fece con forza quando emerse il gioco delle tre carte fatto con i soldi per il Sud sui fondi europei, con una spesa non adeguata da parte dello Stato. Provenzano parlò di “buco nero” della spesa.
“È inutile nasconderlo – aggiunge Provenzano -, nel Piano per il Sud, che è un Piano per l’Italia, ci ispireremo molto alle indicazioni della Svimez. Istruzione, Innovazione, Ambiente, Lavoro sono le priorità emerse in questo Rapporto. In particolare l’occupazione femminile, che ha bisogno non solo di un welfare capace di attivarla ma di un provvedimento shock sui cui sono al lavoro e che condividerò con gli altri ministri. Invertire le previsioni negative si può, si deve, lo dice la stessa Svimez, non possiamo perdere altro tempo. Colmare i divari territoriali è la vera grande priorità dell’Italia, ciò su cui dovremmo concentrare tutte le nostre discussioni e i nostri sforzi”.
Per l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao è “apprezzabile l’annuncio del governo in merito al piano per il Sud, ma occorre dire che le misure del ddl bilancio sono solo un segnale iniziale”. “Non ci si può certo fermare a questo – prosegue Armao – Occorre accelerare e semplificare le procedure, come opportunamente ricordato dal presidente Musumeci, imporre a Ferrovie ed Anas di definire immediatamente la progettazione delle grandi opere a loro affidate, puntare sull’alta formazione, il rafforzamento delle amministrazioni con un grande piano di reclutamento di nuove professionalità, incentivare il credito alle imprese che oggi sono in asfissia, ma soprattutto spingere sulle infrastrutture di trasporto, a partire dalla scandalosa gestione delle tratte aeree, e gli investimenti”. “La Regione, e lo dimostrano i dati, sta spingendo sul piano dell’utilizzo dei fondi europei, si segnala il primato in Italia sull’infrastruttura digitale, ma occorre far presto con la definizione di uno straordinario impegno del governo a sostegno della Sicilia che non può più aspettare”, conclude Armao.
Il governatore Nello Musumeci punta il dito contro Roma. “I dati del rapporto Svimez pubblicato oggi – afferma il presidente della Regione – evidenziano, ancora una volta, quello che ripeto da anni: per tornare a far crescere il Sud servono investimenti produttivi, non misure come il reddito di cittadinanza, che – come sottolinea lo studio dell’Associazione per lo Sviluppo del Mezzogiorno – sta allontanando dal mercato del lavoro anziché richiamare persone in cerca di occupazione. Se in Italia ci sono ormai solo quattro Regioni dove il tasso di natalità è positivo, e si trovano tutte al Nord, significa che le politiche messe in campo dal governo nazionale sono sbagliate. Le persone fuggono da un territorio quando non vedono prospettive e il rapporto Svimez sottolinea come, rispetto alla media europea, a 15 paesi (posta uguale a 100), la dotazione di autostrade del Mezzogiorno è passata dal 1990 al 2015 da 105,2 a 80,7 nel 2015. Le infrastrutture servono per lo sviluppo, ma questi numeri evidenziano come il Sud sia uscito dalle priorità degli esecutivi nazionali. Il mio governo sta facendo l’impossibile e i risultati si cominciano a vedere, a partire dal pil che lo scorso anno ha ricominciato a crescere, mettendo a segno un incremento dello 0,5%, dopo il -0,3% del 2017. Così come ci conforta il dato che rileva la riduzione del tasso di emigrazione ospedaliera dalla Sicilia”.
“Ma le risposte che Roma deve dare a questi problemi tardano ad arrivare – aggiunge Musumeci -, visto che la legge di bilancio appena presentata, che ha al suo interno un intero pacchetto di misure destinate al Sud, in pratica destinerà alla Sicilia nel 2020 risorse aggiuntive per poco più di 35 milioni, mentre per la proroga del credito d’imposta per gli investimenti delle imprese che operano in tutto il Mezzogiorno, e sottolineo in tutto il Mezzogiorno, si mettono a disposizione soli 674 milioni. Per questo dico che è arrivato il momento che il presidente del Consiglio convochi un tavolo per il Sud, dove tutte le Regioni siano chiamate a confrontarsi con il Governo nazionale per analizzare la situazione e mettere in campo politiche adeguate alle necessità del meridione, comprese procedure celeri per velocizzare la spesa pubblica. Ormai è chiaro: quella che stiamo vivendo è una vera e propria emergenza nazionale, che se non verrà affrontata con la dovuta serietà rischia di travolgere l’intera Nazione”.


