PALERMO – “Dimissioni? So che qualcuno se lo augura, ma non gli darò questa soddisfazione”. Per il presidente della Regione Crocetta, il clamoroso ko sulle Province è, tutto sommato, solo un incidente. “L’Assemblea si è opposta ai tagli ai consiglieri comunali, previsti nella norma”. Tutto qua, secondo il governatore. Che prova, non riuscendo appieno, a mettere sotto il tappeto il problema politico di una maggioranza che ieri ha impallinato una delle riforme-chiave di questa esperienza di governo.
Una cosa è certa. Questa esperienza, per il governatore, continuerà: “Nessuno pensi di fermarmi per via politica – ha detto Crocetta – se vogliono, dovranno usare il bazooka”. Non manca, poi, qualche stoccata al sottosegretario all’Istruzione Davide Faraone: “Un sottosegretario che anche solo accenna all’ipotesi di un commissariamento – ha detto — meriterebbe persino una protesta diplomatica. Faraone è un potente? Ricordo che non è stato nemmeno eletto alle Regionali. E quelle parole espresse alla Leopolda, con le quali mi ha quasi rimproverato di aver fatto troppe denunce, sono inaccettabili. Non gli piace questo governo? Si ricordi – ha insistito Crocetta – che lui in giunta può contare su due assessori, che fanno riferimento direttamente a lui, compreso quello all’Economia. Se la vicenda bilancio dovesse andare male dovrà prenderne atto anche lui”.
Il governatore, poi, da Palazzo d’Orleans si è spostato all’Ars, dove è stata approvata la proroga dei commissariamenti delle Province fino al 31 luglio prossimo. A Sala d’Ercole il presidente ha ribadito i concetti espressi poco prima, ma ha anche aperto alle opposizioni: “Sulle riforme – ha detto – bisogna lavorare tutti insieme, come a Roma: ho già dato un mandato esplorativo, incontrerò le forze di opposizione. Nessuno vuole forzare sui tempi – ha poi detto in aula il governatore – la prima cosa da fare è convocare un tavolo fra governo e tutti i capigruppo, anche di opposizione. Ma alcuni punti devono essere chiari: la Province non ‘rinascono’, e l’elezione diretta del presidente non ci sarà”. “Le commissioni legislative dell’Ars possono essere occasioni di confronto? – ha detto il governatore in aula – penso di si”.
Ma a Sala d’Ercole non sono mancati gli attacchi dell’opposizione. Durissimo Nello Musumeci: “Lei, presidente Crocetta, – ha detto – è un bugiardo recidivo. Lei non ha abolito le Province. Ha solo cambiato a quelle il nome, chiamandole Liberi consorzi o Città metropolitane. Chiediamo ancora le dimissioni del presidente della prima commissione Cracolici e dell’assessore Leotta, che consideriamo persona perbene e vittima di questa situazione”. Per Salvatoe Siragusa (Movimento cinque stelle), ” la norma impallinata ieri è una vera capovolta rispetto alle prime leggi che avevano sostenuto anche noi. In quest’ultimo caso abbiamo provato a proporre alcune modifiche, ma tutto è stato gettato nel cestino, con arroganza, soprattutto dal Pd”.
15.32 Si chiude la seduta d’Aula.
15.29 Protesta del deputato Ncd Vinciullo sull’assenza in Aula in quel momento del presidente Crocetta: “Questo governatore è non solo inadeguato, ma anche poco educato”.
15.25 Ardizzone: “A tutt’oggi non è stato ancora depositato il bilancio. L’Aula è convocata per martedì prossimo”.
15.22 Approvata la proroga dei commissari delle Province con 37 voti a favore, un voto contrario e 25 astenuti. Rimarranno in carica fino al 31 luglio prossimo. Nel frattempo bisognerà lavorare all’ennesimo testo di riforma delle Province.
15.19 La replica di Crocetta: “Io sono tra quelli che pensano che le Province debbano avere solo un ruolo di coordinamento. Oggi però dobbiamo capire se mandare allo sfascio queste macchine che dobbiamo invece riparare, o intervenire attraverso un processo democratico che consenta di riavviare il dialogo istituzionale interrotto”.
15.12 Assenza (Forza Italia): “Questa è una legge inizialmente denominata ‘Crocetta-Giletti-Cancelleri’. Per fortuna il deputato del Movimento cinque stelle, strada facendo, ha tolto la firma. Crocetta dice che metteremmo a rischio cooperative per i disabili? La smetta. Le Province sono immobili da due anni, da quando ci ha messo mano Crocetta. Questa pseudo-riforma è stato solo un bluff elettorale. Siamo all’accanimento terapeutico. Facile dire mi sfiduci il popolo: Crocetta si presenti alle elezioni e vediamo se il popolo lo sfiducia o meno”.
15.05 Figuccia (Forza Italia): “Su questa vicenda delle Province le colpe non sono tanto del presidente della Regione, bensì sul presidente della prima commissione Cracolici. Aveva detto che su questo argomento ci avrebbe messo la faccia. Ed è andato avanti con un atteggiamento arrogante, condiviso col suo partito, il Pd. Questa maggioranza ha fallito. E’ il momento di ammettere questo fallimento”.
15.02 Siragusa (Movimento cinque stelle): “Noi avevamo creduto all’abolizione delle Province. E per questo abbiamo sostenuto le prime due leggi di riforma. Ma la norma impallinata ieri è una vera capovolta. Noi avevamo provato a proporre alcune modifiche, ma tutto è stato gettato nel cestino, con arroganza, soprattutto dal Pd”.
14.55 Musumeci: “Potevate tagliare i costi e lasciare al loro posto consiglieri e presidenti. Non lo avete fatto perché volete mettere la mani rapaci su ogni cosa. Prima erano i cittadini a eleggere i consiglieri e i presidenti. Adesso saranno i politici a sceglierli direttamente. Avete fatto rinascere la partitocrazia. Che costo aveva fare partecipare i siciliani alla scelta del presidente della Provincia?”.
14.50 Musumeci: “Lei, presidente Crocetta, è un bugiardo recidivo. Lei non ha abolito le Province. Ha solo cambiato a quelle il nome, chiamandole Liberi consorzi o Città metropolitane. Chiediamo ancora le dimissioni del presidente della prima commissione Cracolici e dell’assessore Leotta, che consideriamo persona perbene e vittima di questa situazione”.
14.35 Crocetta: “Qualcuno pensa che si debba andare al voto? Nessun problema. Sono convinto di vincere un’altra volta. Il parlamento, se vuole, può decidere la propria autoestinzione. Ma si può pensare di autoestinguersi di fronte a riforme come queste, riforme istituzionali? Le opposizioni si sono compattate su due tesi opposte: alcuni vogliono le vecchie Province, altri le vogliono del tutto abolire. Se volete andare avanti con la distruzione sociale, fate pure. Questo è disfattismo istituzionale”.
14.32 “Sulle riforme bisogna lavorare tutti insieme, come a Roma: ho già dato un mandato esplorativo, incontrerò le forze di opposizione”. Lo ha detto il presidente della Regione Rosario Crocetta arrivando a Palazzo dei Normanni, dove è in corso il dibattito sulla proroga dei commissari delle ex Province dopo la bocciatura della riforma. “Nessuno vuole forzare sui tempi – ha poi detto in aula il governatore – la prima cosa da fare è convocare un tavolo fra governo e tutti i capigruppo, anche di opposizione. Ma alcuni punti devono essere chiari: la Province non ‘rinascono’, e l’elezione diretta del presidente non ci sarà”. “Le commissioni possono essere occasioni di confronto? – ha detto il governatore in aula – penso di si”.
14.30 Le polemiche sulle Province si spostano all’Ars. Dove, dopo una conferenza dei capigruppo, si è recato il presidente della Regione Rosario Crocetta.
“Capisco i desideri di qualcuno, ma non avranno questa soddisfazione”. Così il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, nel corso di una conferenza stampa, parlando dell’ipotesi di dimissioni dopo il ko della maggioranza ieri all’Ars sul ddl di rfiorma delle Province. Sono stato eletto dal popolo – ha aggiunto il governatore – e solo il popolo può sfiduciarmi”.
In mattinata Crocetta aveva parlato del voto di ieri: “Non intendo aprire alcuno scontro tra governo e Parlamento sulla questione della legge attuativa dei Liberi consorzi e delle città metropolitane, ma non credo affatto che il modo in cui si sta procedendo sia il migliore. Occorre rendersi conto che la resistenza a legiferare crea solo effetti negativi poiché le Province ormai non ci sono più in Sicilia – aggiunge – mentre affossando il ddl di fatto non si decide sulle funzioni dei nuovi enti, sul destino di tanti lavoratori, mettendo a rischio servizi essenziali come l’assistenza ai disabili, la manutenzione delle scuole e della rete stradale”. Per Crocetta: “È ingiustificabile non affrontare queste questioni sia di fronte all’opinione pubblica sia di fronte alle istituzioni. Lasciare nel limbo questi enti non serve a nessuno ne si può pensare a un commissariamento infinito che purtroppo saremo costretti a deliberare anche oggi se si vuole evitare il licenziamento di tanti lavoratori e il blocco di tanti servizi”.
Per il governatore “il motivo vero per il quale è stata bloccata la riforma delle Province era far saltare la norma che taglia i costi della politica nei comuni, attraverso la riduzione dei componenti nei Consigli e delle indennità dei consiglieri”, norma che avrebbe già potuto dispiegare i propri effetti a poco più di un mese dalle elezioni amministrative. Ma Crocetta annuncia che il governo riproporrà la norma nella finanziaria, da dove era stata stralciata nei giorni scorsi su decisione degli uffici della Presidenza dell’Ars e della commissione Bilancio, per agganciarla alla riforma delle Province, che dopo lo stop di ieri in aula sarà affrontata probabilmente a fine maggio. “È chiaro che la norma sui costi della politica nei comuni ha ripercussione sul bilancio della Regione – avverte Crocetta – Ed essendo evidente che la riforma delle Province si discuterà dopo il bilancio si pone il tema, quindi riproporremo la norma con la finanziaria”. Il governatore è disponibile a rivedere i tagli, recependo quelli contenuti nella legge Delrio meno restrittivi di quelli previsti nella norma del governo. “Siamo orientati ad adeguarci alla normativa nazionale”, assicura Crocetta. E avverte: “Non si capirebbe per quale motivo nei comuni delle altre regioni si riducono i costi e in Sicilia no”.
“Potranno eliminarmi solo col bazooka – prosegue il presidente della Regione -, politicamente non ci riusciranno”. E ancora: “Se un sottosegretario come Faraone parla di commissariamenti c’è da fare una protesta diplomatica. Io andrò avanti fino in fondo, fino alle estreme conseguenze”. La polemica col leader renziano continua: “Di quale Faraone parliamo, il politico o il sottosegretario? Non gli piace questo governo? si ricordi che lui ha in giunta due assessori, che fanno riferimento direttamente a lui, compreso quello all’Economia. Se la vicenda bilancio dovesse andare male dovrà prenderne atto anche lui”.