PALERMO – La riforma delle province è approdata oggi a Sala d’Ercole. Lo hanno deciso i capigruppo dell’Assemblea regionale riuniti con il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone, il vicepresidente Salvo Pogliese e il presidente della Regiona Rosario Crocetta.
I tre disegni di legge che istituiscono i liberi consorzi e le tre città metropolitane sono già stati incardinati, ma la discussione generale sulla riforma è stata rinviata a martedì dopo le proteste dell’opposizione. Alcuni deputati in aula hanno chiesto che la legge tornasse in commissione: “Non è chiaro – ha spiegato Vincenzo Figuccia (FI), vicepresidente della Prima commissione – quali sono i tagli che si stanno mettendo in atto, non c’è stata presentata nemmeno una relazione tecnica che dia conto dei risparmi che deriverebbero dall’attuazione della riforma”.
“Una legge palesemente incostituzionale”, ha aggiunto il capogruppo della Lista Musumeci Santi Formica. “Pensavo che in conferenza dei capigruppo fosse stato stabilito un percorso – ha risposto, però, il presidente Ardizzone – , se non approviamo questo disegno di legge mettiamo in difficoltà l’amministrazione. C’è poco tempo”. Ardizzone, alla fine, ha dovuto cedere: manca l’accordo, e la discussione non poteva proseguire.
E il presidente Crocetta, in extremis, ha fatto un appello a tutti i deputati. “E’ possibile – ha chiesto – un terreno d’intesa in cui tutti capiamo che c’è una scadenza urgente e dove si eliminano fondi di spesa inutili che potrebbero essere recuperati nel giro di qualche anno? Non possiamo fare contemporaneamente elezioni europee e provinciali, le questioni locali hanno una caratteristica tutta diversa. Va fatta una riflessione, concordiamo un confronto politico prima della riapertura dell’aula: cerchiamo un’intesa il più larga possibile”. Ma Nello Musumeci, capo dell’opposizione, è fermo: “Siamo disposti al dialogo, ma su una cosa non torniamo indietro di un centimetro. L’elezione diretta dei rappresentanti delle province è un diritto che i siciliani hanno guadagnato e adesso è diventato irrinunciabile. Il vostro, invece – ha aggiunto Musumeci – è un modello conservatore, che risale a 77 anni fa. Su questo punto non deroghiamo”.
Restano, comunque, confermati gli altri punti all’ordine del giorno: 14 disegni di legge tra i quali si trovano quello per la modifica delle entrate tributarie, quello per l’istituzione dell’anagrafe scolastica, il ddl sull’amianto, la legge sui casinò. Per quanto riguarda, invece, il dl pagamenti, sarà messo all’ordine del giorno soltanto lo stralcio dell’articolo che assegna a Riscossione Sicilia 40 milioni per pagare i debiti con i fornitori. Inserito anche il disegno di legge relativo agli immobili confiscati alla criminalità organizzata.