CATANIA. Le sollecitazioni esercitate da Melchiorre Fidelbo nei confronti dei funzionari regionali sono state ancora una volta al centro della nuova udienza del processo sull’appalto diretto del sistema di informatizzazione del Pta di Giarre. Un processo che vede imputato il marito della senatrice Anna Finocchiaro per truffa aggravata ed abuso d’ufficio insieme ai tre funzionari dell’Asp di Catania, Antonio Scavone, Giuseppe Calaciura e Giovanni Puglisi.
In particolare Fidelbo, come raccontato dal dirigente regionale Giada Li Calzi, teste dell’accusa, avrebbe spinto affinché venissero portati a compimento tutti gli adempimenti previsti nelle linee guida emanate dal Ministero della Salute. A rischio il cofinanziamento necessario per la realizzazione delle case della salute, oggi Presidi territoriali di assistenza. Nel corso di un incontro l’uomo le avrebbe parlato di un progetto di massima, già pronto e validato dall’ispettorato regionale alla sanità, per il Pta di Giarre. La scheda del progetto, però, come riferito in aula dal funzionario, non prevedeva la valutazione dell’ispettorato regionale bensì del ministero.
Altro passaggio importante. Il dirigente Li Calzi avrebbe rilevato nel progetto in questione una sproporzione nei costi del sistema di informatizzazione della struttura. “Una cifra troppo alta, pari a circa 800mila euro, per una voce che solitamente presenta costi inferiori”, ha dichiarato il dirigente.
Sul banco dei testimoni è salita anche Paolina Caputo, funzionaria ministeriale. Su richiesta del pubblico ministero Alessandro La Rosa, si è tornati al novembre del 2007 quando al ministero della Salute giunsero in pochi giorni due diverse linee programmatiche, una inviata dall’assessorato regionale e l’altra dall’ispettorato regionale. Quest’ultima però, come rilevato dal teste, non venne valutata dagli uffici per il modo irrituale in cui pervenne, brevi mano. Il progetto di massima dell’assessorato venne invece ritenuto coerente dai tecnici del ministero.
La funzionaria ha riferito anche di aver ricevuto nel proprio ufficio di Roma una visita di Fidelbo che le avrebbe chiesto informazioni sui meccanismi e sui termini del cofinanziamento.
Infine sulla scelta della località in cui collocare, in provincia di Catania, il Pta l’ultimo testimone Maurizio Guizzardi, all’epoca dei fatti coordinatore delle attività dell’assessorato alla Sanità, ha riferito che probabilmente Giarre fu individuata poiché alla regione era noto che c’era già una progettazione.
Si tornerà in aula, davanti alla terza sezione penale presieduta da Rosa Anna Castagnola, il 14 ottobre. In quella data sfileranno gli ultimi testimoni d’accusa, tra cui il funzionario dell’azienda sanitaria di Catania Salvatore Garozzo.