CEFALU’ (PALERMO) – Il sequestro di una grossa rete da pesca era costato caro agli uomini della guardia costiera di Cefalù. Un’intera famiglia di pescatori aveva aggredito il personale la scorsa settimana tentando di opporsi al provvedimento, necessario perché quel tipo di rete è considerato illegale. Oggi i presunti aggressori finiscono nei guai.
La polizia ha infatti notificato al nucleo familiare la misura cautelare dell’obbligo di firma al commissariato della cittadina normanna: l’accusa è di violenza e minacce gravi continuate a pubblici ufficiali nell’esercizio delle loro funzioni. Il giorno dell’aggressione ad avere la peggio era stato il comandante dell’ufficio marittimo locale di Cefalù, colpito più volte e medicato poi dai sanitari.
Aveva riportato un trauma contusivo, con quaranta giorni di prognosi. Insomma, un putiferio provocato da un provvedimento che la guardia costiera non poteva evitare. Sul posto erano anche giunti gli agenti del commissariato guidato da Manfredi Borsellino, le indagini erano immediatamente partite. E’ stato accertato che i quattro pescatori hanno continuato con minacce ed insulti nei confronti del personale della guardia costiera anche nei giorni successivi, tanto che in un’occasione è stato scosso con forza il cancello di protezione dell’area di pertinenza dell’ufficio. Una escalation di violenza che ha quindi reso necessario il provvedimento eseguito dalla polizia.