RIPOSTO. Aveva solo 50 anni l’uomo deceduto nella tarda mattinata di ieri a Riposto per un infarto che lo ha colto improvvisamente. L’ambulanza chiamata per soccorrerlo sarebbe arrivata dopo oltre 40 minuti, rendendo ormai vani gli sforzi per rianimarlo. Il mezzo di soccorso, l’unico con medico a bordo disponibile nel comprensorio ionico etneo, giungeva da Linguaglossa. Le altre, sarebbero in realtà solo due quelle presenti tra Giarre e Mascali, erano già impegnate altrove. Un episodio che ha scatenato l’ennesima polemica sulla soppressione ingiustificata del pronto soccorso dell’ospedale Sant’Isidoro di Giarre.
Stando al racconto di alcuni testimoni il 50enne, dipendente del Comune di Riposto, che lascia una moglie ed una figlia piccola, sarebbe stato colto da malore intorno alle 12 e 20, subito dopo aver parcheggiato la propria auto sotto casa della madre a Riposto. Sceso dall’auto, si sarebbe accasciato dopo aver percorso circa 20 metri. L’uomo è stato subito soccorso da un passante. Poco dopo è stato chiesto l’intervento dei sanitari del 118. Ma, come detto, l’unica ambulanza medicalizzata disponibile era quella del comune pedemontano. Il medico, giunto poco dopo le 13, avrebbe tentato in tutti i modi di rianimare l’uomo.
Ma non c’è stato nulla da fare. Sui social network si è scatenata l’indignazione dei cittadini del comprensorio. Il ritardo nell’arrivo dell’ambulanza, naturalmente, non è consequenziale alla chiusura del pronto soccorso e al depotenziamento dell’intero nosocomio di via Forlanini. Ma è chiaro che la presenza di un ospedale pienamente funzionante avrebbe offerto quantomeno una chance di salvezza all’uomo, che avrebbe potuto raggiungere con un altro mezzo il pronto soccorso. Una chance non più disponibile per i cittadini del comprensorio ionico etneo, costretti a fare chilometri per raggiungere l’ospedale più vicino, il Santa Marta e Santa Venera di Acireale o il San Vincenzo di Taormina.
Ma cosa ancor più grave, forse, della chiusura del pronto soccorso è la mancata introduzione, in parallelo, di servizi sanitari sostitutivi. Il potenziamento delle ambulanze medicalizzate sul territorio, cinque quelle annunciate dall’Azienda sanitaria provinciale, sarebbe rimasto solo sulla carta.