PALERMO – Quarantuno anni fa, il cinque maggio del 1972, il volo Az 112 di Alitalia, proveniente da Roma, mentre stava per atterrare all’aeroporto di Punta Raisi, si schiantò contro Montagna Longa, il monte che sovrasta lo scalo siciliano. Drammatico il bilancio: 115 vittime. Tra questi il giornalista Alberto Scandone, il magistrato Ignazio Alcamo, Cestino Vycpálek, figlio dell’allore allenatore della Juventus, Cestmir, e i sette membri dell’equipaggio.
Molte e contrastanti le versioni fornite da testimoni, ma il processo si concluse con l’attribuzione delle responsabilità del disastro ai piloti, tesi da sempre rigettata dall’Anpac, Associazione nazionale dei piloto dell’aviazione commerciale, che ha fortemente rimarcato l’impossibilità, nel caso specifico, di un errore umano.
Il silenzio giudiziario sulla vicenda, tuttavia, si è dissipato nel marzo del 2012, quando il generale dei carabinieri Antonino Borzì, che nello schianto aveva perso il fratello, ha chiesto e ottenuto che l’inchiesta venisse riaperta, alla luce di nuovi elementi: La prova che la sera del disastro vi fosse in luogo una esercitazione militare della Nato e delle foto che testimoniavano come sull’ala del Dc-8 di Alitalia vi fossero dei fori d’entrata di proiettile.