I numeri e le strategie. La sesta votazione (senza effetti) per il Presidente della Repubblica offre una visione sdoppiata da analizzare per capire quale sarà la strada che porterà a un approdo per il Quirinale. I numeri, molto semplicemente, raccontano di un consenso crescente per il Capo dello Stato in congedo, Sergio Mattarella. La strategia, che sarà messa a punto nelle febbrili consultazioni notturne in vista di domani, vede l’ascesa della ‘carta femminile’. Non sarà tuttavia Elisabetta Casellati, Presidente del Senato, la prescelta dai parlamentari, dopo la Waterloo del quinto scrutinio.
Il boom di Mattarella
I voti del sesto spoglio, intanto, riflettono un vero e proprio boom del Presidente Mattarella che ha raccolto 336 voti: un’enormità. Solo ‘una manifestazione d’affetto’? Solo una ‘nostalgia’? Affetto e nostalgia sono comuni inclinazioni umane che, però, non trovano spazio nella politica che si fa con il pallottoliere e con le cose materiali. Al momento, la più forte contrarietà al bis rimarrebbe quella del diretto interessato. Ma più passa il tempo, senza concludere, più il profilo di un ritorno, di un ‘atto di generosità istituzionale’, assume una fisionomia concreta. La notte che si presenta sarà decisiva in tutti i sensi.
I siciliani per il Presidente
“Cosa stiamo ancora aspettando? Il messaggio che proviene dal quinto scrutinio è chiarissimo. La destra non ha la maggioranza ed i 46 voti di oggi per Sergio Mattarella provengono esclusivamente dal gruppo Misto e dalla destra. Invito tutti a non praticare altre strade che possono soltanto creare gravi rischi per la tenuta del Governo e di convergere dalle prossime votazioni sull’unico candidato credibile che è il Presidente Mattarella”. Così diceva all’Adnkronos il deputato del gruppo Misto Giorgio Trizzino, ex M5S, amico personale del Capo dello Stato. Una domanda retorica che assume ancora più consistenza alla luce del famoso pallottoliere. Sempre con l’Adnkronos aveva parlato il presidente del’Ars, Gianfranco Miccichè: “La verità che non riesco a trovare alternative al bis di Mattarella. Ora basta con le trattative, è ridicolo continuare a fare nomi. Chiudiamo su Mattarella. Non c’è come uscirne, il Capo dello Stato deve essere di nuovo Mattarella”. E Miccichè, piaccia o non piaccia, è uno che sa cogliere il punto e che, di solito, ci azzecca.
Spunta la Presidente donna
“Sto lavorando perché ci sia un presidente donna, una donna in gamba, non faccio nomi né cognomi. Adesso sto lavorando perché ci sia unione di intenti e voti e domani si chiuda, e il governo torni a lavorare in piena carica”. Ecco l’annuncio del segretario della Lega, Matteo Salvini, finora il grande sconfitto, dopo la brutta figura sul nome di Casellati per cui si era speso. Un affondo che trova in sintonia il leader M5S, Giuseppe Conte: “Ho L’impressione che ci sia la sensibilità di Salvini, spero di tutto il parlamento, per la possibilità di una presidente donna, il M5s lo ha sempre detto”. A questo punto la rosa dei ‘quirinabili’, tra chi è più avanti e chi potrebbe spuntare a sorpresa, sarebbe la seguente: Draghi, Mattarella, Casini, Belloni e Cartabia.
Ma Renzi non ci sta
Però il sentiero appare sempre in salita. “Elisabetta Belloni è una straordinaria professionista, un’amica. Ma in una democrazia compiuta nel 2022, il capo dei servizi segreti in carica non diventa Presidente della Repubblica, se non lasciando tutti gli incarichi e candidandosi davanti a tutti i cittadini”. Insomma, Matteo Renzi – il virgolettato è suo – non ci sta, almeno su una delle indicazioni possibili. E più la matassa si aggroviglia, più torna in scena l’ipotesi di un Mattarella bis.