Caso Sammartino, Rando al Gip: "Mai chiesto voti alla mafia, mi dimetto" - Live Sicilia

Caso Sammartino, Rando al Gip: “Mai chiesto voti alla mafia, mi dimetto”

Cosa ha detto il sindaco di Tremestieri arrestato nell'operazione Pandora

CATANIA – “Escludo di aver chiesto ad ambienti malavitosi il voto, mi dimetto da sindaco”. Santi Rando, il primo cittadino di Tremestieri Etneo arrestato con l’operazione Pandora dei carabinieri, ha rilasciato dichiarazioni spontanee. I particolari.

Rando, cosa ha detto

Nessun interrogatorio, Santi Rando, il sindaco leghista finito in carcere col blitz dei carabinieri, ha scelto di rilasciare dichiarazioni spontanee alla Gip Carla Aurora Valenti, accompagnato dal legale Tommaso Tamburino. Rando ha escluso, categoricamente, di essersi rivolto ad “ambienti malavitosi” per chiedere sostegno elettorale e si dice “certo di poterlo dimostrare”.

Le accuse

Rando è in carcere per scambio elettorale politico-mafioso assieme a Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo che si sarebbe “adoperato per garantire il rispetto di precisi accordi elettorali propedeutici all’elezione” del primo cittadino.

Il primo cittadino di Tremestieri Etneo, a poche ore dal blitz, non ha commentato le altre accuse dei magistrati, contenute in una corposa ordinanza di quasi 800 pagine: serve più tempo.

Le dimissioni

Santi Rando annuncia che si dimetterà da sindaco. Tremestieri Etneo sarà commissariata e si tornerà al voto. Nel frattempo, però, continuano le indagini della Procura e gli interrogatori.

Cosentino: “Mai preso soldi”

Si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti al gip di Catania, Carla Aurora Valenti, ma ha reso dichiarazioni spontanee Pietro Alfio Cosentino, ritenuto il referente del clan Santapaola-Ercolano a Tremestieri Etneo, in carcere, come il sindaco Santi Rando, nell’ambito dell’inchiesta Pandora della Procura di Catania su presunti casi di scambi di voto politico-mafioso.

Cosentino ha contestato le accuse che gli sono state mosse, ha detto di “non avere mai preso soldi” e ha ricordato che “nella campagna elettorale in cui si è candidato ha preso soltanto 49 preferenze”. Il suo legale, l’avvocato Giovanni Avila, ha annunciato ricorso al Tribunale del riesame.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI