20 Giugno 2019, 17:54
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PALERMO – Sono circa 16 mila i beneficiari del reddito di cittadinanza tra Palermo e provincia, ma la misura voluta dal governo Conte prevede anche lavori per la collettività: per questo il comune capoluogo ha stanziato in bilancio circa 7 milioni di euro per attrezzature e assicurazioni. A lanciare l’allarme è però il capogruppo del Pd a Sala delle Lapidi, Dario Chinnici, che teme il ritorno del precariato.
“Secondo le prime stime tra Palermo e provincia ci sono 16 mila persone che percepiscono il reddito di cittadinanza: una misura assistenziale, che non crea né sviluppo né lavoro, ma che finirà solo con l’illudere tantissima gente che vive nel bisogno e che necessiterebbe di ben altre prospettive – dice Chinnici – Perché quando il reddito finirà e le offerte di lavoro dei privati non arriveranno, o arriveranno lontanissime da casa, in tanti si ritroveranno al punto di partenza. Inoltre questa misura, partorita dalle fantasiose menti del M5s e della Lega, prevede che chi percepisce il reddito svolga anche dei lavori per la collettività: peccato che il governo non abbia ancora stabilito in che termini – continua Chinnici – Nel frattempo i comuni sono obbligati a stanziare ingenti somme per le attrezzature e le assicurazioni da dare ai futuri lavoratori (come nel caso di Palermo che ha previsto ben 7 milioni), per non parlare del fatto che i Rup (cioè coloro che coordineranno i servizi) devono essere dipendenti comunali: altro personale sottratto agli uffici e ai servizi”.
Ma il rappresentante del Pd adombra anche il pericolo del ritorno a cooperative e associazioni di precari: “E’ un altro il rischio che mi preoccupa: il moltiplicarsi di iniziative, sponsorizzate spesso da politici, che tendono a ‘organizzare’ il lavoro di chi percepisce il reddito, magari facendo spazzare una strada o pulire una spiaggia. Molti lo fanno in buona fede, ovviamente, ma è bene chiarire a tutti una cosa: l’epoca degli Lsu, delle cooperative, delle associazioni che, una volta finito il sussidio, bussano alle porte del Comune per chiedere stabilizzazioni o soldi è ormai finita, morta e sepolta, figlia di un momento storico (voluto da tutti i partiti) che non ritornerà. Oggi a pagare le conseguenze nefaste del passato sono i giovani costretti a emigrare. A buon intenditor…”.
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20 Giugno 2019, 17:54