Nonostante la conferma anche per il prossimo anno, il reddito di cittadinanza potrebbe comunque andare incontro a un ‘ritocco’ del nuovo governo. In che misura? Il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, ha anticipato la possibilità di sospendere il bonus per chi firma un contratto a termine di breve durata. In sostanza, il reddito verrebbe ‘congelato’ durante il periodo lavorativo e ripartirebbe a contratto scaduto. Il periodo sarebbe “al massimo di tre mesi”, dice Tridico, che definisce la sospensione “un incentivo a far accettare un lavoro anche se breve”.
Il presidente dell’Inps ha aggiunto che l’operazione eviterebbe di “rivedere l’Isee in funzione del lavoro” e quindi dell’erogazione del reddito di cittadinanza stesso. Oggi, infatti, la variazione reddituale è obbligatoria anche per chi è assunto per un solo mese o con un contratto stagionale, situazioni che potrebbero portare alla perdita del bonus.
Nel frattempo il meccanismo del reddito di cittadinanza è entrato nella fase due, quella delle politiche attive, che prevede la firma del patto per il lavoro da parte dei beneficiari con l’aiuto dei navigator e dei centri per l’impiego.
Dall’insediamento del nuovo governo, sono tante le voci che si rincorrono sul tema del bonus targato Movimento cinque stelle. Una delle indiscrezioni più quotate riguarda l’inasprimento delle sanzioni per chi non si presenterà alle iniziative di orientamento e ai progetti indicati dai centri per l’impiego. Come? Per esempio revocando il sussidio economico già alla seconda assenza ingiustificata al colloquio, al momento invece prevista in occasione della terza assenza.