La mozione Mattarella serra i ranghi nell’incalzare la segreteria per il referendum sulla partecipazione del Pd al governo Lombardo. Ma anche l’opposizione interna del Partito democratico mostra alcune crepe. E se, per esempio, Concetta Raia non firma il documento che porta in clace i nomi di 18 dirigenti democratici, e ribadisce la sua contrarietà al referendum, Angelo Capodicasa, invece, il suo nome sul documento ce lo ritrova ma si deflia: “Quella del referendum è la soluzione ultima, l’extrema ratio. Se ci sono le condizioni per formare una sintesi nel partito, io lo preferisco”, spiega a Live Sicilia l’ex presidente della Regione, che quindi si fa promotore di una posizione assai più sfumata di quella ribadita dai vari Enzo Bianco, Mirello Crisafulli & C.
“È un atteggiamento politicamente miope chiudersi a riccio contro il referendum. Non comprendiamo le ragioni per cui alcuni amici di partito, talvolta con colpi di mano ‘burocratici’, dimostrino di avere timore di rivolgersi ai nostri elettori, nascondendosi dietro infondate motivazioni di carattere formale che non si addicono a un partito che ha una vocazione autenticamente democratica come il PD”, si legge nel documento a favore del referendum sull’appoggio al governo Lombardo, firmato da Bianco, Crisafulli, Burtone, Capodicasa, Samperi, Russo, Barbagallo, Donegani, Mattarella, Zappulla, Battaglia, Saitta, Monaco, Fazio e Piro.
“Noi daremo il nostro sostegno – continua la nota – a tutti referendum che saranno promossi, a cominciare naturalmente da quello di Caltagirone da cui è partita l’iniziativa, e da quelli già indetti a Gela, Mazzarino, Niscemi e in altri comuni siciliani, mobilitandoci perché in tutte le realtà della nostra regione questi appuntamenti abbiano luogo”.
Posizione che non convince la deputata regionale Concetta Raia, vicina alla mozione Mattarella, ma molto critica sul referendum: “”E’ un’iniziativa sbagliata da un punto di vista politico – spiega a Live Sicilia la Raia -. Le decisioni politiche le assumono i gruppi dirigenti democraticamente eletti. Gli iscritti hanno un loro valore o no? Al limite sentiamo loro. Ma è pensabile demandare la decisione sulla linea politica del partito a una consultazione in cui possono votare tutti, magari quelli del Pdl, del Pid o dell’Mpa?”.
Insomma, le divisioni nel partito democratico non risparmiano nemmeno la minoranza. Il dibattito sull’opportunità di referendum analoghi a quello svolto nell’Ennese resta aperto. Così come quello, più ampio, sull’opportunità del proseguimento dell’alleanza con Lombardo, messo in dubbio dallo stesso segretario Giuseppe Lupo che ha incalzato il governatore: “ A me non sembra realistico continuare a dare credito a un governo che finora è rimasto fermo. Se non si danno una smossa cambia tutto e possono scordare il nostro sostegno”. Parole subito rimarcate dai 18 della mozione Mattarella: “Prendiamo atto che molti di coloro che sostenevano l’appoggio al governo cominciano a manifestare in modo esplicito il disagio nel sostenere un governo che non sta realizzando alcuna delle grandi riforme che aveva annunziato”.