Nel gomitolo dei vicoli del quartiere Ballarò, tra i suoi edifici cadenti, sorge la scuola più vecchia di tutta Palermo, la sede centrale del liceo Regina Margherita: già convento nel 12^ secolo, ospita studenti dal 1876. Ma l’età non è il suo unico record.
L’intero istituto, con le sue succursali, conta 110 classi per 2800 alunni ed “E’ la scuola con più studenti disabili di tutta Palermo”, spiega il dirigente scolastico Guido Gambino. Gli studenti h sono infatti oltre settanta, seguiti da circa una cinquantina di insegnanti. Ma non c’è nessun ascensore in sede centrale, dove “Da settembre 2009 – spiega il preside – non ho visto nessun operaio a lavoro per completare il vano che dovrebbe contenerlo”. E sui due piani su cui il plesso si innalza, solo gli studenti che si muovono autonomamente possono spostarsi: “Non mettiamo mai alunni gravi ai piani superiori – assicura il dirigente Gambino – loro sono tutti in aule al piano terra, risolvendo il problema”.
In sede centrale c’è un bar, un’aula di fisica, tra poco un’aula di chimica, un piccolo teatro e anche un giardino interno. Ma non c’è nessuna palestra: “Da due anni – spiega il preside – non c’è un principio di ripresa dei lavori”; e nessun impianto di riscaldamento: decisione della sovrintendenza, sulla quale, a pesare, è la storia della struttura. Anche gli infissi sul corridoio, di un legno ormai decrepito, non possono essere sostituiti, proprio per la loro preziosa vecchiaia.
I plessi che compongono l’istituto sono sparsi tra via Bari, via Pindemonte, via Imera e Piazza Guzzetta. Ma è la sede centrale a caricarsi dei doppi turni: lavori in un edificio di via Casa Professa, dove verranno trasferti gli alunni di via Imera; lavori in piazza Guzzetta, che deve essere ristrutturata; lavori che dovevano terminare proprio in questi giorni e che, spera il preside, finiscano entro ottobre. “La struttura della scuola è collegata alla chiesa del SS. Salvatore. Abbiamo richiesto in una lettera l’installazione di un parafulmini” racconta il preside Gambino. Tra i mattoni di una colonna antica, lasciata intatta, oltre che una lunga storia, scorre corrente elettrica: da qui è passato il fulmine che l’ultimo dieci settembre ha fatto saltare l’impianto informatico. L’antichità ha certamente il suo il fascino. Dentro un museo. M.M.