PALERMO – Si va verso un rinnovo in blocco per sei mesi di tutti i dirigenti generali della Regione Siciliana. Il governatore Renato Schifani, però, torna a redarguire la burocrazia regionale e racconta i dettagli di quanto accaduto in Giunta, dove l’assessore agli Enti locali Andrea Messina ha portato la proposta che sottoponeva al governo l’esigenza di rinnovo fino a dicembre dei superburocrati.
Dirigenti, la proposta e il blocco
“L’assessore ha portato la proposta di una proroga di tutti i dirigenti generali tout court – ha raccontato Schifani -. Bene, io l’ho bloccata, ho detto di riformularla. Non si può essere dirigente a vita – ha spiegato Schifani nel corso della conferenza stampa convocata per illustrare i dettagli della misura contro la povertà approvata nella manovrina -. Ho bloccato questa proposta chiedendo che venga riformulata inserendo dei paletti. In questo sei mesi gli assessorati competenti devono tracciare un quadro del lavoro fatto dai dirigenti con delle schede di controllo. La nuova delibera citerà espressamente in capo a chi sarà questa mansione di controllo. Ho accettato la proposta di proroga dei contratti ma se tra sei mesi non arriveranno quelle schede bloccherò tutto. Non mi vengano a dire che sono tutti bravi”.
Le misure contro la povertà
Schifani è poi andato in pressing sul dipartimento della Famiglia, guidato da Maria Letizia Di Liberti, per l’attuazione della misura contro la povertà. “Mi erano giunte voci su possibili ritardi ma ho chiamato la dirigente chiedendole di essere consequenziale”.
Schifani, che da tempo chiede maggiore efficienza alla burocrazia regionale, ha poi aggiunto: “Non voglio fare guerra alla burocrazia ma non condivido certi atteggiamenti. Ho intimato, con garbo, di preparare subito il bando. Il presidente della Regione – ha constatato Schifani – deve occuparsi anche di questo. Non voglio fare la guerra, ma con la burocrazia della Regione sono costretto a fare il maresciallo, il caporale, il colonnello e il generale”.
Abramo: “In Sicilia allarme povertà”
In conferenza stampa anche Emiliano Abramo, presidente di Sant’Egidio in Sicilia: ” Nell’Isola abbiamo una condizione allarmante con un rischio povertà che interessa il 38% dei siciliani – è l’allarme lanciato dal responsabile della comunità -. Siamo la seconda regione più povera d’Europa. Chiedo quindi una riflessione per non subire passivamente quello che accade. ringrazio il presidente Schifani che ha rifinanziato la legge: l’obiettivo è aiutare chi già opera in sostegno dei più poveri affinché possa fare meglio, ed evitare interventi a pioggia. Bisogna concentrarsi su chi già fa”.
D’Agostino: “Subito i decreti”
Presente anche Nicola D’Agostino, deputato di Forza Italia all’Ars primo firmatario della legge sulla povertà. “Sono particolarmente orgoglioso dei risultati – ha sottolineato -. Insieme con Abramo abbiamo fatto davvero un gran lavoro. L’Ars ha messo a disposizione 5 milioni di euro, con i quali possiamo rafforzare il sistema di assistenza che già tante associazioni, ogni giorno, con spirito di volontariato, garantiscono alle famiglie in difficoltà. E permettere ad altri 50.000 siciliani che ne hanno bisogno di avere un pasto”. Anche da D’agostino un messaggio alla burocrazia regionale: “Serve che i decreti siano aperti alle strutture accreditate che da decenni svolgono già questo servizio. Per evitare imbrogli e furbizie”.

Pressing sui manager della sanità
E a proposito di dirigenti, Schifani ha lanciato un messaggio anche ai manager della sanità regionale, a proposito delle liste d’attesa. “All’assessore alla Salute Daniela Faraoni ho chiesto di muoversi per l’attuazione delle condizioni apposte per la stipula dei contratti tra manager e amministrazione regionale – ha affermato -. Abbiamo inserito la clausola che prevede la decadenza dei manager se non si raggiungono gli obiettivi posti dalla Regione sulle liste d’attesa. L’assessore dovrà quindi effettuare queste verifiche, non è un lavoro che si fa in un giorno o in una settimana, probabilmente occorrerà qualche mese”.
La rete idrica di Agrigento
C’è tempo infine per una battuta sui lavori di rifacimento della rete idrica di Agrigento, sui quali incombe una indagine. “Mi spiace molto che siano fermi, noi abbiamo stanziato un’anticipazione di 10 milioni. Senza entrare nell’indagine della Procura, ho costituito una piccola commissione per verificare se i lavori stanno andando avanti e come. Nessuna preclusione per chi ha l’appalto, questa è una materia di competenza della magistratura. Ma la nostra attenzione sui lavori è rigorosa, dobbiamo capire quale sia situazione operativa degli appalti”.
L’inchiesta riguarda appalti e mazzette per diversi lavori; tra gli indagati c’è anche l’ex assessore regionale all’Energia Roberto Di Mauro, accusato di avere promosso e diretto in concorso un’organizzazione a delinquere finalizzata alla turbata libertà degli incanti e alla corruzione.