PALERMO – ‘Casa Marbrisa’, il negozio di tessuti distrutto dalle fiamme il tre ottobre scorso, ha riaperto i battenti. Quella notte rimasero solo stracci bruciati sparsi sul pavimento. Oggi, a cinquanta giorni di distanza dall’incendio doloso che devastò la boutique di via Garzilli, i locali sono stati rinnovati e riempiti di stoffe colorate e tessuti ricercati. “Ho messo anima e corpo nella ristrutturazione di questa attività – spiega Rosalina Girone -, rappresenta la mia vita. Mi sono rimboccata le maniche e ho cercato in ogni modo di non mollare, di non buttarmi giù”. La proprietaria di ‘Casa Marbrisa’ tiene però a precisare di non aver fatto “nulla di eclatante, solo il mio dovere”. “Non sono un’eroina o un modello da seguire – prosegue –. Sto ricominciando piano piano e penso che questo lo farebbero tutti. Palermo merita questo genere di reazioni, non ci si può tirare indietro e farsi inibire da certe cose. Si deve andare avanti con grande entusiasmo, più forti e decisi di prima”.
La mafia però, secondo Rosalina Girone, non c’entra con l’incendio che ha distrutto il suo negozio. Nessun episodio intimidatorio o minaccia era avvenuto nei mesi precedenti. Nulla, dunque, che potesse fare presagire “un atto così vile”. “Non so ancora di che natura possa essere l’intimidazione – puntualizza la donna -. Le indagini faranno il loro corso, attendiamo fiduciosi”. E sono stati tanti, in questi mesi, coloro che si sono recati nel negozio di ‘Rosalina’, come lo chiamano tutti, per offrire una spalla sicura a cui appoggiarsi e un dolce sorriso. “Mi ha molto aiutata la solidarietà della gente, sono rimasta stupita dalla mole di persone giunta in negozio – racconta mentre gli occhi si riempiono di gioia – . I commercianti della zona, poi, sono stati deliziosi. Si può e si deve cambiare”. Un grido di speranza infine quello lanciato dalla Girone affinché “venga fatta giustizia”. “Sono ben consapevole che le indagini avranno tempi abbastanza lunghi, io sono qui. Aspetto”.