PALERMO – Le Politiche sono passate ed è tempo di resa dei conti in Forza Italia. Quattro deputati forzisti, i “ribelli” Mariana Caronia, Rossana Cannata, Tommaso Calderone e Riccardo Gallo, sono da settimane in attesa che la dirigenza si confronti con loro sulla linea politica del partito, soprattutto dopo alcune prese di posizione non condivise e alcuni flop in commissione all’Ars (vedi i disegni di legge sull’abolizione della doppia preferenza di genere e sul terzo mandato dei sindaci). Hanno atteso che il 4 marzo passasse, nonostante avessero avuto da ridire anche sulla formazione delle liste per le elezioni nazionali, e oggi è arrivata una richiesta precisa, visto anche il ko del centrodestra in tutti e 28 i collegi uninominali della Sicilia: “Chiediamo nell’immediatezza l’azzeramento dei vertici dirigenziali”, scrivono in una nota, riferendosi non soltanto coordinatore regionale di Forza Italia nonché presidente dell’Ars, Gianfranco Micciché, ma anche al capogruppo all’Ars, Giuseppe Milazzo.
La risposta arriva con un post su Facebook: “Non possono far parte di Forza Italia coloro che, per il solo fatto di non essere stati candidati, hanno platealmente votato e fatto votare il Movimento Cinque Stelle. Forza Italia non è adatta a loro e loro non sono adatti a Forza Italia”, scrive Micciché.
La tensione latente, ma non troppo, è esplosa in un solo pomeriggio all’indomani di una tornata elettorale dai risultati di dubbia interpretazione per il centrodestra. “Non c’è stata convergenza degli stessi dirigenti nelle scelte antecedenti alle elezioni politiche. Non si conosce e non ci si confronta sulla linea politica del partito all’interno dell’Ars e per ultimo assistiamo sempre all’interno dello stesso partito ad analisi politiche completemante contrastanti da parte degli stessi dirigenti di partito. C’e troppa confusione”, affermano, in un documento che è stato inviato anche ai vertici del partito.
“All’indomani delle elezioni politiche – raccontano – il commissario regionale di FI Gianfranco Micciche ha parlato di: risultato straordinario del partito in Sicilia. Stefania Prestigiacomo in un primo momento ha dichiarato che in Sicilia si è fatto il massimo contro l’avversario salvo poi dichiarare che: ‘Ignorare questo voto significa cercare attenuanti, scuse, motivazioni di comodo e sbrigative per un risultato elettorale che invece deve spingerci tutti ad una riflessione profonda’. ln questo caso siamo d’accordo con la Prestigiacomo. Dopo questo voto non si possono cercare attenuanti e nemmeno motivazioni sbrigative o di comodo per mantenere ruoli personali. Concordiamo anche sul fatto che al partito, in Sicilia, sua storica roccaforte, serve una riflessione profonda. E di questa riflessione devono essere protagoniste le persone in Forza Italia che vivono nel territorio, che conoscono le istanze della gente perché lavorano ogni giorno per il loro elettorato”.
“Due anni fa – ha scritto Micciché su Facebook due giorni dopo le elezioni – non avevamo raggiunto il 5% in occasione delle amministrative, lo abbiamo raddoppiato alle Amministrative successive con oltre il 10% e abbiamo raggiunto il 16% alle Regionali, cosa a cui nessuno poteva credere. Infine, abbiamo conseguito il 21% col voto di domenica scorsa. Prima regione in tutta Italia e con oltre 90.000 voti in più rispetto alle ultime Europee. Se i nostri alleati avessero mantenuto i voti delle scorse regionali, non avremmo perso neanche un collegio. Ma, detto questo, sarebbe folle non recepire il messaggio di queste elezioni: Forza Italia ha bisogno di un profondo cambiamento e di nuove regole. Per questo, la settimana prossima, convocherò una riunione in cui ogni parlamentare potrà dire la sua in assoluta libertà all’interno del partito”.
Riunione che i “ribelli” avevano chiesto già una settimana prima del voto, ma la richiesta era passata inosservata. Micciché non nasconde però una certa “irritazione” per “l’opposizione” interna: “Non posso però non sottolineare che l’etica, il rispetto reciproco, la correttezza nei comportamenti, sono alla base dei rapporti umani, in ogni contesto sociale. Prima di ogni riflessioni politica, prima dell’analisi del voto, prima di ogni considerazione elettorale, ritengo sia necessario chiarire che se tutti noi avessimo fatto il nostro dovere di votare il partito, il risultato sarebbe stato ancora migliore”.
Un’accusa, velata ma non troppo, che Caronia, Cannata, Calderone e Gallo rispediscono al mittente ribadendo “la ferma volontà di dare forza alla gente nel rispetto del territorio, al solo fine di dare slancio al progetto del Centrodestra in cui fermamente vogliono continuare a credere”.