CATANIA – L’Autorità Anticorruzione ha risposto all’imprenditrice Rossella Pezzino De Geronimo, che, a capo della Dusty, colosso del settore rifiuti, aveva denunciato le presunte “irregolarità” del bando dando luogo a un infuocato botta e risposta con l’assessore al ramo. L’Anac – subito intervenuta mediante una richiesta di chiarimenti già inviata al palazzo degli Elefanti – afferma che la segnalazione trasmessa “non appare manifestatamente infondata e che l’esito procedurale della gara, da ultimo dichiarata deserta, sembra avvalorare, quanto meno in parte le deduzione dell’esponente”, cioè della Dusty.
Ecco cosa afferma l’impresa a proposito della gara: “Vogliamo evidenziare che, – dichiara l’amministratore unico della Dusty s.r.l., Rossella Pezzino de Geronimo – nelle more dell’espletamento della procedura aperta di cui sopra il Comune di Catania ha indetto contemporaneamente ed improvvisamente una gara con procedura ristretta, per soli 106 giorni, incautamente, proprio nel periodo natalizio, il cui termine di scadenza era fissato inizialmente per il 30 dicembre 2016 e successivamente chissà perché prorogato al 9 gennaio 2017, concedendo alle aziende invitate soltanto due settimane, tra un festivo e l’altro, per la preparazione della gara”.
Secondo la Dusty, i requisiti richiesti alle imprese nel bando sarebbero stati tali da escludere numerose imprese siciliane e a favorirne invece altre ben precise. “È evidente – prosegue – che soltanto operatori economici che già operavano all’interno amministrazione comunale o comunque opportunamente edotti sulla imminente procedura selettiva potevano essere nelle condizioni di predisporre la documentazione amministrativa e tecnica per poter partecipare e predisporre un valido progetto tecnico per una gara di 11 milioni di euro in un territorio avente ben 315 mila abitanti, in un lasso di tempo così ristretto, per soli 106 giorni, e quindi con ingenti investimenti di automezzi e risorse a carico delle imprese il cui ammortamento automezzi in 100 giorni risulta essere oggettivamente impossibile per qualsiasi tipo di azienda”.
Ecco i requisiti richiesti: “Al primo punto del disciplinare di gara: avere raggiunto nell’ultimo triennio il risultato del 39% di raccolta differenziata (pari al 60% della percentuale prevista dalla vigente normativa) per almeno 12 mesi consecutivi, su un totale di abitanti (anche su più Comuni), pari alla popolazione residente nel Comune di Catania (315.576 abitanti). Ora è – precisa Dusty – un dato di comune scienza che in Sicilia solo pochissimi Comuni, e tutti con un numero limitato di abitanti, hanno raggiunto percentuali di raccolta differenziata pari a quello richiesto dalla disciplina di gara di cui si discute”.
Altro requisito tecnico richiesto dal bando al punto 12.1.7 del disciplinare di gara: misure di gestione ambientale iscrizione EMAS o prove relative all’impiego di misure equivalenti. “Nessuna impresa siciliana – scrive la Dusty – operante nel settore dei servizi di igiene ambientale possiede tale iscrizione”.
“Invero, i requisiti di partecipazione richiesti dalla lex specialis – spiega la Dusty – si appalesano notevolmente restrittivi, compromettendo di fatto la partecipazione ad imprese siciliane che – come la scrivente- operano con serietà e professionalità da molti anni nel settore in riferimento. Le stesse, di fatti, come si avrà modo di argomentare meglio infra, non sono nelle condizioni di assecondare gli stringenti e sproporzionati requisiti prescritti dal bando di gara, neppure associandosi tra loro”.
Insomma, per la Dusty, la gara per l’affidamento settennale non sarebbe stata regolare. “Posto che la gara dei 7 anni è andata deserta, posto che alla gara di 106 giorni ha partecipato solo il vecchio gestore, seppure sotto mentite spoglie, desidereremmo conoscere l’esito dell’aggiudicazione anche se di fatto il servizio continuerebbe ad essere svolto da chi già lo gestisce”.
E aggiunge: “sarebbe utile sapere perché il Comune ha fatto in modo che cambiasse tutto affinché non cambiasse nulla”.