PALERMO – Si chiude con l’assoluzione di tutti gli imputati il processo sulla gestione della discarica Cisma di Melilli. Non regge davanti al Tribunale di Siracusa l’accusa di traffico illecito di rifiuti e abuso d’ufficio.
L’ipotesi Procura di Catania era che nel 2016 nell’impianto fossero finiti senza autorizzazione i rifiuti pericolosi di una ventina di comuni del Siracusano e del Palermitano. Cinque anni fa era già stato assolto nel processo con il rito abbreviato l’ex presidente della Regione Rosario Crocetta.
Gli imputati assolti
Ora sono stati assolti con la formula “perché il fatto non sussiste” tutti gli altri imputati: gli ingegneri Giorgio Bonuso e Giuseppe Puleo (erano difesi dall’avvocato Vito Agosta) incaricati da Cisma di progettare l’impianto (tra i più noti professionisti del settore); l’ex direttore generale del dipartimento rifiuti Maurizio Pirillo (difeso dall’avvocato Giuseppe Sceusa), il funzionario regionale Maurizio Verace, il capo dell’ufficio tecnico del Comune di Melilli Salvatore Salafia, i vertici della Cisma, Antonino e Carmelo Paratore (padre e figlio), la direttrice responsabile della società Agata Di Stefano, il direttore tecnico della discarica Davide Galfo; il geologo Fabio Nicita.
L’emergenza rifiuti
Nell’estate del 2016 Crocetta firmò due ordinanze che diedero il via libera al conferimento dei rifiuti nella discarica Cisma per fronteggiare una delle tante emergenze. Secondo l’accusa, che non ha retto, la documentazione sarebbe stata falsa.
Dei Paratore si è occupata la Direzione distrettuale antimafia di Catania. Gli è stato confiscato un patrimonio il cui valore è stimato in 100 milioni di euro. Un impero economico – non ci sono solo le imprese dei rifiuti – che sarebbe stato costruito grazie ai legami con la famiglia di Cosa nostra dei Santapaola-Ercolano.