BELPASSO – Querce radicate tra vetri rotti, fichi d’India intrecciati a sacchi d’immondizia. Non è la sola mini-discarica del circondario etneo e non sarà l’ultima: anche a Belpasso, lungo la strada provinciale 4/II, una natura rigogliosa prova a districarsi tra strati di rifiuti sempre più insistenti. Il percorso, che conduce a Paternò e Santa Maria di Licodia, offre piccoli ma notevoli esempi d’identità locale: i nomi delle contrade parlano di campagna e allevamento, ai margini si trovano muri a secco, cave di pietra lavica e segni della religiosità popolare.
La vicina fonte di Currone è un riferimento per chiunque voglia dissetarsi con acqua veramente pulita. Eppure durante questo breve “viaggio” le sensazioni cozzano contro una realtà immediata fatta di plastica e copertoni bruciati, inerti edili e l’immancabile eternit: si parte da una delle tante piazzole dove il Comune di Belpasso ha posto cartelli che invitano i cittadini a cooperare. O perlomeno, al rispetto di norme igieniche elementari. La quantità di rifiuti culmina oltre un tratto aperto di recinzione, intorno ad un distributore di benzina ormai chiuso.
Qui una struttura, probabilmente parte della vecchia stazione di servizio, è ridotta ad un cubo di cemento ingombro di vetri rotti; porta e finestre sono stati divelti, come dimostrano alcune tracce. Alle spalle, lo si vede incombere dalla strada, si alza un altro edificio: l’insegna dice “Ristorante Dancing Days”. In mezzo ai detriti una scalinata permette di accedere all’interno, tra specchi infranti e mobili distrutti, infissi e pareti contorte dall’umidità. Anche qui le parti metalliche sono durate poco. Un breve tratto di parco, oltre il quale si affacciano strade interne, sembra tuttavia crescere incurante del resto: ma alle radici di querce e sempreverdi si allacciano centinaia di bottiglie in vetro.
Abbiamo interpellato il Comune di Belpasso per conoscere quali strategie siano qui in atto per contrastare il fenomeno delle micro-discariche: sul quale, peraltro, gli ultimi anni hanno visto consistenti momenti d’impegno. Ci ha risposto Alfio Nicosia, responsabile del settore Servizi al patrimonio, Ecologia e Ambiente. “A Belpasso la gestione dei rifiuti sta funzionando”, ha affermato recisamente Nicosia, dati alla mano, “Il problema credo sia soprattutto culturale: abbiamo fondi per gli interventi di routine, ma molti cittadini adottano comportamenti recidivi. Anche contro il loro stesso interesse: telefonare per il ritiro di materiali ingombranti è più facile che disperderli abusivamente!”.
Quanto alle discariche in miniatura, il problema è ovviamente ben più vasto della singola provinciale 4/II : altre “isole” sono state rilevate sulle provinciali 56/II, 3/III e 184. “Solitamente abbiamo avuto risultati positivi coi privati che sono tenuti alla pulizia dei terreni di loro proprietà”, ci ha detto ancora Nicotra. Le ordinanze, è noto, prevedono la bonifica entro sessanta giorni.
Sulla questione del ristorante poco distante dalla fonte di Currone, è intervenuto invece Giuseppe Toscano: “La Polizia Municipale ha emesso un verbale, i proprietari sono stati invitati a presentarsi, ultimamente abbiamo ricevuto risposta dall’avvocato della controparte”. Inoltre sarebbe prossima la rimozione delle isole di rifiuti. Tra gli impacci a livello istituzionale, a quanto pare, un ricorso al Tar da parte della Provincia. Questo il motivo, che per altri sarebbe un pretesto: l’immondizia occupa effettivamente strade provinciali, ma entro il comune di Belpasso, al quale spetterebbe quindi la rimozione. La situazione dovrebbe risolversi nelle prossime settimane, benché il clima non sia di eccessiva fiducia: questa anche l’idea dei residenti, che hanno visto crescere, sparire e rinascere più di un’isola di degrado.