Rimane solo la matematica | Ora Baccaglini ricostruisca - Live Sicilia

Rimane solo la matematica | Ora Baccaglini ricostruisca

Il risultato positivo con la Fiorentina non sposta l'obiettivo: bisogna ripartire dal closing e da un progetto.

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PALERMO – Resta solo la matematica a tenere a galla il Palermo. Ma si può già parlare di day after: quello più difficile, probabilmente. Perché non può più esserci spazio per la contestazione, è il tempo in cui si rivela necessario ricomporre i cocci per costruire. Via la protesta e largo alla proposta, insomma. Bisogna comprendere da dove ripartire. Certamente da un closing che dovrebbe essere definito già nelle prossime ore. Ventata di novità, di aria fresca, di entusiasmo da abbinare a progetto serio, credibile e strutturato. Necessariamente. Venuto di fatto meno il piano A, è tempo di presentare il piano B. Quindi di entrare nel dettaglio di obiettivi, ruoli e interpreti. L’intento, certamente, è quello di tornare nel massimo campionato già al primo tentativo, su questo Baccaglini è stato chiaro e con le sue parole ha comunque avuto il merito di abbassare i toni dopo settimane di fibrillazioni.

Dopodiché si potrebbe ripartire da un gruppo di calciatori che, nel bene o nel male, hanno provato a dare il loro contributo o, quantomeno, hanno avuto responsabilità marginali nei diversi frangenti negativi di un’annata disgraziata: Marson (senza macchia), Rispoli, Andelkovic, Pezzella, Lo Faso e Nestorovski potrebbero ancora fare comodo, in qualche maniera. La scorsa settimana ha lanciato la propria candidatura anche Diamanti, alla nuova società il compito di valutare nel complesso una rosa che ha deluso ben oltre le più pessimistiche previsioni. Serviranno un portiere di esperienza, una guida difensiva credibile, un uomo d’ordine in mezzo al campo e un attaccante da non lasciare da solo: giusto per formare un’ossatura intorno a cui costruire tutto il resto.

Rifondare una rosa è un compito arduo, con innegabili rischi da prendere in considerazione. Ecco perché bisognerà stare attenti a scegliere un direttore sportivo capace, forte in sede di mercato e libero da qualsiasi vincolo extra societario. Non costretto a recitare il ruolo della comparsa per esibizionismi da primadonna di presidenti accentratori e decisionisti. A ciascuno il suo, scriveva Sciascia. Palermo è una piazza molto attenta a quanto viene detto e a quanto poi effettivamente realizzato: meglio essere chiari sin da subito. Ultimo ma non in ordine di importanza, l’allenatore: figura con cui avviare un progetto, sposandone le idee evitando gratuite esposizioni a gogne mediatiche figlie di manie di protagonismo che, francamente, hanno stufato. Insomma, Palermo vuole un Palermo normale. E, possibilmente, ambizioso.


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