Rino Foschi è tornato per un giorno a Palermo per essere sentito dai magistrati che indagano sulle presunte infiltrazioni mafiose nella società del Palermo calcio, di cui Foschi era direttore sportivo, prima di finire al Torino. Foschi, già indagato e interrogato su alcune presunte partite “combinate” del campionato 2002/03, quando il Palermo era in serie B, viene sentito ora come teste assistito dal procuratore aggiunto Antonio Ingroia, e dai sostituti Del Bene, Paci e Viola. Nei tavoli dei pm palermitani ci sono le risultanze di indagini che vedono la società di viale del Fante messa sotto pressione dalle cosche mafiose, in particolare dalle famiglie di Resuttana e San Lorenzo. I pm indagano anche su un giro di biglietti omaggio che, tramite i club della tifoseria, finivano nelle mani dei boss.
Per quanto riguarda l’inchiesta aperta ai danni dell’ex ds del Palermo, la procura di Palermo ha archiviato l’indagine e con questa anche le posizioni di Giambattista Pastorello (ex presidente del Verona calcio) e dei calciatori Franco Brienza, Vincenzo Montalbano e Salvatore Aronica. L’ipotesi di reato era frode sportiva. Gli inquirenti non sono riusciti a raccogliere abbastanza elementi per andare in giudizio e – dopo aver constatato che, in ogni caso, il reato è andato il prescrizione – hanno deciso per l’archiviazione. A portare gli inquirenti sulla pista delle “combine” delle partire del Palermo era stato Marcello Trapani, ex legale dei Lo Piccolo, oggi collaboratore di giustizia.