Riposto, Gasparri: "Stop a permessi". Il legale: "Non li regalano" - Live Sicilia

Riposto, Gasparri: “Stop a permessi”. Il legale: “Non li regalano”

Il vicepresidente del Senato parla di "permissivismo", mentre l'avvocato di Salvatore La Motta sottolinea che l'uomo aveva "tenuto una buona condotta".
DUPLICE FEMMINICIDIO
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ROMA – “A tutti quelli che, come un ex Ministro della Giustizia del Pd ed altri esponenti della sinistra, si recano in visita a camorristi e criminali, anche condannati all’ergastolo per reati politici o comuni, segnalo la tragedia che si è verificata in Sicilia, dove un ergastolano, in permesso premio, ha ucciso due donne poi si è suicidato. Sarebbe stato meglio che non avessero concesso questo permesso”. Sono le parole del vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri che, deplorando la “propaganda” per cui si “pende dalle labbra degli ergastolani”, commenta i fatti di Riposto, in provincia di Catania.

Nel piccolo Comune sulla costa ionica ieri mattina l’ergastolano in licenza per buona condotta Turi La Motta ha ucciso, a colpi di pistola, la 48enne Carmela Marino e la 50enne Santa Castorina, e poco dopo si è suicidato di fronte alla locale caserma dei carabinieri. Per Gasparri, Forza Italia: “È inutile oggi piangere sull’ennesimo femminicidio, verificatosi in Sicilia“. Il politico poi aggiunge inoltre: “La tragedia siciliana è figlia di un permissivismo che va messo in archivio. Le pene devono essere scontate in condizioni di rispetto di ogni diritto, ma devono essere appunto scontate. La certezza della pena è una garanzia per tutti”.

“La Motta aveva incontrato il Papa”

Le parole di Gasparri arrivano dopo che il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha chiesto all’Ispettorato generale di avviare urgenti accertamenti preliminari su quanto accaduto ieri. Un’iniziativa alla quale risponde Antonino Cristofero Alessi, avvocato difensore di La Motta: “La Motta aveva avuto un percorso rieducativo – dichiara – tenendo una buona condotta, che l’aveva portato a diplomarsi mentre era detenuto”. I permessi, insomma, “non è che li regalino: si ottengono solo se si fa un certo percorso“. Che l’uomo aveva fatto: “Il mio cliente mi aveva raccontato che, quando non lo assistevo ancora io, aveva avuto modo di incontrare il Papa, ed era felice di questo ricordo”.

I permessi erano firmati dal magistrato di sorveglianza di Siracusa, perché era nel carcere di Augusta che l’uomo rientrava tutte le sere, dopo il lavoro in un caseificio della provincia etnea. E dove sarebbe dovuto tornare anche ieri sera.

Analisi dei tabulati telefonici

Le indagini della magistratura, intanto, vanno avanti per comprendere qualli fossero i legami tra Marino e Castorina e tra le due e La Motta, al fine di ricostruire il movente del duplice femminicidio. La procura di Catania spera di trovare maggiore chiarezza dall’analisi di tabulati telefonici, messaggi e social network. Sarebbe già emersa una conoscenza tra i tre e anche, come si diceva già ieri, una precedente relazione tra Carmelina Marino, madre di due figli, e Salvatore La Motta. È stata Marino la prima a essere uccisa, raggiunta daglli spari mentre si trovava a bordo della sua Suzuki Ignis, sul lungomare Pantano.

Maggiori chiarimenti sulla dinamica dei due femminicidi verranno dalla visione dei filmati di sicurezza delle zone interessate, che sono stati sequestrati, e da altri che verranno acquisiti. Nelle immagini delle telecamere di un’area di servizio si vede il primo delitto: Marino è in auto, ferma lungo la strada, l’omicidca scende da un’auto guidata da altri, raggiunge la donna, apre la portiera dal lato del passeggero e spara.

Il presunto complice

L’auto con cui l’assassino arriva e poi va via è la Volkswagen Golf nera di Luciano Valvo, di 55 anni, fermato ieri sera per concorso nell’omicidio di Melina Marino. Il provvedimento si basa su indagini dei carabinieri della compagnia di Giarre e del nucleo investigativo del comando provinciale di Catania. Valvo, bloccato da militari dell’Arma mentre stava uscendo di casa, nell’interrogatorio davanti al sostituto procuratore che lo ha interrogato si è avvalso della facoltà di non rispondere. E lo stesso farà, secondo quanto dichiarato dal suo avvocato in una nota inviata a LiveSicilia, nella giornata di domani, quando sarà interrogato dal giudice per le indagini preliminari nell’udienza di convalida del fermo.


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