PALERMO – La Sicilia teme lo “scippo” dei fondi europei e un fronte trasversale si sta formando nella politica regionale per opporti sull’eventualità che le risorse comunitarie vengano dirottate altrove per l’emergenza Coronavirus. Oggi il tema dovrebbe essere discusso alla Camera dove è in calendario una interpellanza urgente ai ministri Provenzano e Gualtieri sulla riprogrammazione dei fondi europei presentata dalla forzista Giusy Bartolozzi. L’interpellanza chiede che i ministri “precisino, e dunque fugando ogni dubbio, che nella riprogrammazione dei fondi europei e di coesione per far fronte agli effetti dell’emergenza pandemica saranno pienamente rispettati: l’allocazione delle attuali dotazioni finanziarie e la loro destinazione regionale; il principio di addizionalità delle risorse europee e di coesione rispetto agli interventi ordinarie e straordinari finanziati con la fiscalità generale”.
In pratica, il timore è che i fondi comunitari per le zone sottosviluppate (il Mezzogiorno) siano stornati verso altre zone colpite dalla pandemia. O che queste stesse risorse sostituiscano (piuttosto che aggiungersi a) quelle statali per fronteggiare la crisi nel Mezzogiorno. “Il Premier Conte – dice Bartolozzi – respinga seccamente la proposta della commissione europea che lascia liberi gli stati di usare i fondi strutturali europei, non ancora spesi, senza più vincoli di destinazione territoriale.
Nei giorni scorsi, oltre Bartolozzi, anche il grillino Luigi Sunseri aveva paventato questa prospettiva, opponendosi all’ipotesi. “Che la proposta del ministro Provenzano di scippare alla Sicilia i fondi europei per lo sviluppo sia inaccettabile lo ripetiamo da giorni. Fa piacere che se ne rendano conto anche gli esponenti dei partiti che compongono la maggioranza di governo a Roma”. Così ieri Bernardette Grasso, deputato Ars di Forza Italia e assessore alla Funzione pubblica della Regione Siciliana, dopo le parole del deputato pentastellato.
“I fondi strutturali – prosegue Grasso – nascono con un preciso vincolo di territorialità, volto a sostenere lo sforzo di aree come il Mezzogiorno d’Italia e la Sicilia nel raggiungere analogo livello di sviluppo delle zone più avanzate del continente. Dirottarli nel pieno dell’emergenza coronavirus con generiche rassicurazioni, significherebbe ribaltarne il significato e il senso stesso della loro istituzione”.
Anche il coordinatore regionale dell’Udc Italia in Sicilia, Decio Terrana, lancia l’allarme: “Sarebbe un evento storico gravissimo. Al Governo Nazionale non bastano tutte le Imposte che i Siciliani sono costretti a pagare a Roma; adesso vogliono requisire anche il futuro di questa terra”.
Ma secondo il Pd l’allarme è ingiustificato. “Le parole del Ministro per il Sud Giuseppe Provenzano non lasciano spazio ad interpretazioni differenti: ’Non ci sarà alcuna distorsione territoriale delle risorse’. Il ministro ha proposto – spiega il deputato regionale Anthony Barbagallo – di avviare una riprogrammazione con le Regioni nell’ambito dei medesimi programmi regionali quindi senza modificare la destinazione territoriale e concedendo la possibilità di utilizzare le somme finora non indirizzate a particolari obiettivi, quali il potenziamento del sistema sanitario regionale, l’acquisto di respiratori e mascherine ed anche per il sostegno a imprese, lavoratori ed alle famiglie in difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus. Un obiettivo chiarissimo – conclude il parlamentare PD – per questo non riesco a credere che ben tre assessori del governo Musumeci abbiano potuto travisare le intenzioni del governo nazionale. La smettano con gli allarmismi inutili e le dichiarazioni tendenziose e si adoperino piuttosto per programmare qualcosa di certo nell’ormai famoso ‘governo del nulla’”.
Aggiornamento ore 18
Nel pomeriggio arriva la risposta del governo. Il ministero dell’Economia assicura che l’allocazione dei fondi “è e resterà conforme ai vigenti criteri di riparto territoriale”.