Riscossione, in Sicilia arriva la storica svolta - Live Sicilia

Riscossione, in Sicilia arriva la storica svolta

Da ottobre le funzioni passano all'Agenzia delle entrate. Come funzionerà.
Salvatore Forastieri

Il Decreto “Sostegni bis”, il Decreto Legge n. 73 del 25 maggio 2021, recante “Misure urgenti connesse all’emergenza da COVID-19 per le imprese, il lavoro, i giovani, la salute e i servizi territoriali “  è approdato in Gazzetta ed all’articolo 76, con una norma che con la pandemia non ha nulla a che vedere,  prevede, con decorrenza 30 settembre 2021, In attuazione delle previsioni di cui all’articolo 1, comma 1090, della legge 30 dicembre 2020, n. 178, il subentro dell’Agenzia delle entrate-riscossione a Riscossione Sicilia Spa.

Una disposizione legislativa che dà attuazione all’articolo 1 della  Legge di bilancio dello Stato 2021 che, al comma  1090, ha previsto lo stanziamento di 300 milioni di euro per acquisire le quote di Riscossione Sicilia, coprendo eventuali deficit.

Il citato articolo 76, più in particolare, stabilisce che,  con  decorrenza  dal  30 settembre 2021,  Riscossione Sicilia  S.p.A.  è  sciolta,  cancellata d’ufficio dal registro  delle  imprese  ed  estinta,  senza  bisogno di alcuna  procedura  di  liquidazione. Dal giorno successivo,  1°  ottobre  2021,  l’esercizio delle funzioni relative alla riscossione nelle nove provincie siciliane è affidato all’Agenzia delle entrate ed è svolto dall’Agenzia delle entrate-Riscossione che,  dalla  stessa  data,  vi provvede, nel territorio  della  Regione,  anche  relativamente  alle  entrate non spettanti a quest’ultima.

Per garantire, senza soluzione di continuità,  l’esercizio  delle funzioni di riscossione in Sicilia, entro il  31  ottobre  2021  è  erogato,  in  favore  di  Agenzia   delleentrate-Riscossione, un versamento in  conto  capitale  di  ammontare pari a trecento milioni di euro a carico del  bilancio  dello  Stato, anche a  copertura  di  eventuali  rettifiche  di  valore  dei  saldi patrimoniali   di    Riscossione    Sicilia    S.p.A.,    così come previsto dal citato articolo 1, comma 1090, della legge 30 dicembre 2020, n. 178.

Dal 1^ ottobre 2021, quindi, anche al  fine  di  assicurare  la  continuità  e  la  funzionalità nell’esercizio  delle  attività  di   riscossione   nella   Regione Siciliana, Agenzia delle entrate-Riscossione subentra, a titolo universale, nei rapporti giuridici  attivi  e passivi, anche processuali,  di  Riscossione  Sicilia  S.p.A.  .

Alla stessa data  Il personale di Riscossione Sicilia,  con  contratto  di   lavoro   a   tempoindeterminato, o sino alla scadenza del  contratto  in  essere  se  a tempo determinato,  passerà  alle  dipendenze  di  Agenzia  delle entrate-Riscossione mantenendo la   posizione   giuridica,   economica   e previdenziale maturata alla data del  passaggio,  ferma  restando  laricognizione delle competenze possedute, ai fini di una  collocazione organizzativa coerente e funzionale alle esigenze dello stesso  ente.

E’ fatto divieto a Riscossione Sicilia S.p.A di effettuare assunzioni  di  personale  a  qualsiasi  titolo  e  con  qualsivoglia tipologia di contratto di lavoro subordinato dalla data di entrata in vigore della presente legge.

La Regione Siciliana deve adeguare il proprio ordinamento  in  materiadi riscossione compatibilmente con  le  attribuzioni  previste  dalloStatuto e dalle relative norme di attuazione.

Quella del prossimo 1^ ottobre, pertanto, rappresenta certamente una data epocale, principalmente perché probabilmente sarà finalmente possibile  rendere uguale ed allo stesso costo, e –  speriamo – più efficiente, il servizio di Riscossione in tutto il Paese, “isole comprese”, un servizio che, per la verità, finora non ha mai brillato  né in Sicilia né nel resto d’Italia.

Ricordiamo che la Sicilia, grazie al proprio Statuto speciale che prevede la competenza esclusiva in materia di riscossione dei tributi, dopo il periodo di gestione delle esattorie affidate a soggetti privati, ha vissuto un lungo periodo di cambiamenti di governance che l’anno vista passare dalla Banca Montepaschi e dalla SERIT spa, alla Riscossione Sicilia spa, quest’ultima partecipata principalmente dalla Regione Siciliana ma anche, seppure in misura minoritaria,  dalla vecchia Equitalia e, più recentemente, dall’Agenzia delle Entrate e da Agenzia Entrate-Riscossione.

Nonostante la governance, tuttavia, l’attività dell’Agente della Riscossione siciliano, sempre legato alla statutaria competenza esclusiva in materia di riscossone, di fatto si è sempre conformato non solo alle disposizioni di legge in materia di riscossione nazionali, ma anche alle regole che l’Agente della Riscossione nazionale ha emanato per svolgere nel modo più efficace possibile questo importante settore dello Stato.

Ora, quindi, non ci resta che aspettare il traghettamento di Riscossione Sicilia in Agenzia delle Entrate e, più in particolare, delle relative funzioni e del relativo personale, più di 600 dipendenti che fanno partedei nove ambiti provinciali in cui si suddivide il territori Siciliano.

I contribuenti onesti, tuttavia, si attendono anche una riforma della riscossione, che, cercando di svuotare l’enorme magazzino delle iscrizioni a ruolo (1.000 miliardi di crediti e 150 milioni di cartelle) concretamente  non esigibili perché relative a soggetti falliti o nullatenenti, oltre a rendere più semplice l’intero sistema e magari anche gratificando i funzionari più efficienti, punti a migliorare tutto quello che finora ha penalizzato la riscossione di quanto legittimamente dovuto all’Erario dai cittadini morosi, mirando in particolare:

  1.  al settore del discarico delle  quote inesigibili,
  • alla concessione di rateizzazioni dimensionate sulla base della situazione economica e finanziaria del debitore, e non sulla base degli indici di liquidità oggi esistenti
  • alla determinazione di unaggio giusto e remunerativo per l’Agente della Riscossione,
  • alla rivisitazione degli interessi le cui percentuali, sparse in tante norme, continuano a rimanere non coordinate, con differenze enormi tra quelle previsti in materia di mancato pagamento dei tributi all’Erario (fino al 4,50%) e quelle previste in materia di mancati rimborsi ai contribuenti aventi diritto (2%),
  •  ad una sostanziale razionalizzazione del sistema delle notifiche, attualmente ancorato, oltre che allo stesso D.P.R. 602/73 (le disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito), al Codice di Procedura Civile, all’articolo 60 del D.P.R. 600/73, alle normativa sulla  notifica a mezzo posta, alle norme sulla notifica a mezzo PEC, con grosse difficoltà interpretative che, nonostante molta giurisprudenza della Cassazione, gonfiano spesso ed inutilmente  il contenzioso della riscossione, aumentandone vertiginosamente i costi.

Sulle proposte di riforma al vaglio del MEF, il sottosegretario alle Finanze, Claudio Durigon, ha fatto sapere che è anche allo studio l’ipotesi che potrebbe condurre alla separazione della riscossione dei tributi erariali e dei contributi INPS, da quella dei tributi locali, e ciò al fine di rendere più veloce l’attività in un settore, quello della fiscalità delle regioni e dei comuni, che non è assolutamente omogenea rispetto a quella strettamente erariale (vedasi riscossione, in alcuni comuni,  che si avvalgono di Enti di riscossione diversi o addirittura adottano  la procedura di riscossione coattiva prevista dal codice di procedura civile).

Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI