PALERMO – “Non c’è nessun limite costituzionale alla scelta dell’Assemblea regionale di liquidare la società Riscossione Sicilia. L’Ars legifera nel rispetto della legge e del buon senso”. Lo dichiara il presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone.
“C’è stata troppa enfasi attorno alla vicenda di questa società – prosegue Ardizzone – e si è gettata sulla Sicilia una immagine sinistra che danneggia il popolo siciliano. Fatti, del resto, che ho già riferito in Commissione nazionale antimafia. È una triste vicenda legata amaramente all’azione di questo governo regionale. Non a caso in passato ho parlato di antimafia di facciata: questa terra deve liberarsi innanzitutto della mafia, ma poi anche dall’antimafia di facciata, appunto”.
Proprio stamattina l’amministratore unico Antonio Fiumefreddo ha aspramente criticato la scelta della commissione bilancio di liquidare la società Riscossione Sicilia. “Cosa ne penso? Intanto che l’amministratore unico di Riscossione Sicilia non è il mio interlocutore. E per diversi motivi: intanto perché come presidente dell’Ars e a nome del parlamento ho già dato mandato di querelare Fiumefreddo. Poi perché lo stesso è stato querelato da me a titolo personale. Infine perché quell’azienda risponde al governo che ne è responsabile anche dal punto di vista politico. E il mio interlocutore, quindi, è il governo regionale”.
Sullo sfondo, il rischio paventato sia da Fiumefreddo che da Crocetta, che possano incepparsi i procedimenti di rottamazione delle cartelle: “Non credo sia serio – dice Ardizzone – affidarsi a cavilli per giustificare il mantenimento in vita di una società che non riscuote. L’amministratore unico Fiumefreddo ha detto che in Sicilia c’è una evasione da 52 miliardi. A parte il fatto che quella non è evasione, ma sono tributi accertati e non riscossi. Ma non si è detto che in Italia la cifra complessiva è di 1.200 miliardi. Ossia che la fetta siciliana corrisponde a poco più del quattro per cento. Se c’è qualcuno – prosegue il presidente dell’Ars – e mi riferisco al governo, che vuole descrivere un dualismo col parlamento per nascondere le proprie inefficienze, io non intendo cascarci. Si è fatta passare l’idea che se l’Ars non ricapitalizza Riscossione, è un parlamento di criminali. Ma non ci faremo condizionare”.