Il ritorno all’attività politica dopo la pausa estiva non è certo stato tra i più sereni per l’assessore alla Salute, Massimo Russo. Il mese di settembre lo ha visto protagonista del dibattito politico per via della mozione di censura, presentata da Pdl, Pid e Forza del Sud e approvata dall’Aula a fine settembre. Una mozione al vetriolo, alla quale l’ex pm ha replicato con una lunga memoria difensiva, che ha visto il voto favorevole di 29 deputati. Ad astenersi, i parlamentari dell’Udc e i tre del Pd rimasti in Aula, Ammatuna, Faraone e Mattarella. Ma soprattutto una mozione che non ha visto neanche un voto contrario, in difesa, dunque, di Russo. La maggioranza, infatti, in quell’occasione uscì dall’Aula in segno di protesta nei confronti della decisione, presa dal presidente Francesco Cascio, di non ammettere la pregiudiziale.
Passato il polverone settembrino sulla censura e sulle conseguenti richieste di dimissioni, che Russo ha rispedito ai mittenti, anche ad ottobre la Sanità siciliana l’ha fatta da padrona nelle cronache locali e nazionali. Da una parte, l’inchiesta su tre cliniche private a proposito della somministrazione di farmaci oncologici. Dall’altra, la bufera sulla chiusura dei punti nascita con una media inferiore ai 500 parti annui, come previsto dalla legge, e le critiche piovute sull’assessorato sia dalla politica, che dai comitati di cittadini sorti in quei territori in cui è prevista la chiusura dei reparti, soprattutto le isole minori, le Madonie e i Nebrodi. Così mentre i cittadini continuano a battere i pugni, la commissione Sanità all’Ars ha raggiunto la sintesi del rinvio dell’applicazione del decreto sui punti nascita alla metà del 2012.
Alla fine di ottobre il mensile “S” è andato nelle edicole dedicando un ampio servizio di copertina all’argomento del mese, provocando la reazione dell’assessore, che ha presentato un esposto all’ordine dei giornalisti per verificare la posizione di una tra i cronisti che avevano firmato il dossier, con l’accusa di esercizio abusivo della professione.
Anche in questo caso, le critiche piovute sulla testa di Russo sono state trasversali, dalla Cgil medici al Nursind, il sindacato degli infermieri, dal Pdl a Forza del Sud, dai giovani del Pd a Sinistra ecologia e libertà, fino a Rita Borsellino e Francesco Cascio, che ne ha chiesto le dimissioni. In replica al presidente dell’Ars, è intervenuto, come sollecitato dallo stesso Cascio, il governatore dell’Isola, Raffaele Lombardo. In correlato tutti gli approfondimenti su questi lunghi mesi di riflettori puntati sulla Sanità siciliana.