Massimo Russo, politicamente, è giovane. Immaginiamo che, come le persone normali che hanno un lavoro normale, non comprenda fino in fondo talvolta i giochi di Palazzo. E questo è un bene. C’è poi il rovescio della medaglia: l’irruenza poco diplomatica che lo porta al conflitto. I problemi della sanità siciliana non si risolvono con l’intervento a sciabola levata in tv, per quanto pagante dal punto di vista del marketing. Le spine della salute – a prescindere dal giudizio di merito – vanno oltre la sfida all’Ok Corral col manager Allegra. Il Civico è un bubbone infetto da secoli. Ma se uno va al pronto soccorso di Villa Sofia e del Cervello non è che trovi il Paradiso in terra. E nemmeno la decenza, in più di una occasione.
Gli ospedali sono a disagio per mancanza di risorse. E’ un dato. Saranno i tagli assessoriali? Sarà il destino cinico e baro? Ognuno la metta come vuole. Intanto è questa la realtà con cui confrontarsi. Tanti medici, dediti sinceramente alla professione, si lamentano e denunciano – scansando la pubblicazione del nome del cognome – una situazione insostenibile. Sono tutti biechi cuffaristi annidati nei gangli del potere? Hanno in antipatia l’assessore Russo? Soffrono della sindrome del marito tradito, per cui preferiscono tagliarsele piuttosto che cooperare? Pensiamo di no.
Certo, non dimentichiamo i medici scarsi, quelli raccomandati, quelli messi lì dal potere politico. Non li dimentichiamo, ma oggi avvertiamo un’altra urgenza. C’è da salvare la passione degli onesti camici bianchi che lottano giorno per giorno nella trincea degli ospedali siciliani. C’è da recuperare la fiducia dei pazienti. E si può intervenire in un solo modo: affrettando l’avvento della “fase due” promessa dall’assessore. Siamo a un bivio. La Sanità siciliana per ora somiglia, nel suo complesso, a una somma algebrica poco edificante di vecchi vizi e nuovi risparmi. Speriamo con Battiato: sì, cambierà. Vedrai che cambierà…