Nebrodi, stop alle progoghe | per sette dipendenti dell'Ente - Live Sicilia

Nebrodi, stop alle progoghe | per sette dipendenti dell’Ente

Il commissario dello Stato, Carmelo Aronica

Aronica ha bocciato l'articolo 4 del disegno di legge che conteneva le norme stralciate dal provvedimento sulle variazioni di bilancio e che riguardava un ristretto numero di precari. "Il rinnovo di quei contratti è ingiustificato".

il commissario dello stato impugna
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PALERMO – Sono rimasti fuori in sette. Dipendenti a tempo determinato del Parco dei Nebrodi ai quali una delle norme stralcio approvate una settimana fa aveva riconosciuto il diritto alla proroga dei contratti.

Il Commissario dello Stato per la Regione siciliana ha impugnato infatti l’articolo 4 di quel disegno di legge con le norme stralciate dal provvedimento sulle variazioni di bilancio, approvato dall’Assemblea regionale nella seduta del 19 novembre 2013. L’articolo impugnato concerne l’interpretazione autentica dell’art.38 dell’ultima Finanziaria, in materia di proroghe di contratti di lavoro a tempo determinato presso enti strumentali della Regione (Cefpas, Enti parco, Camere di commercio e gestioni separate dei soppressi consorzi Asi presso l’Irsap).

Ma lo stop del Commissario Aronica è intervenuto solo su quella ristrettissima categoria. L’articolo 4, infatti, puntava a estendere le proroghe, inizialmente previste per i dipendenti con contratti di lavoro in essere al 30 novembre 2013, anche a colori i quali erano “in possesso di contratti di lavoro a tempo determinato assistiti da proroga sino al 31 dicembre 2012”.

E anche questa particolare “denominazione” è finita nell’impugnativa di Aronica. “Il legislatore regionale – scrive il commissario – nell’inserire tra i vari significati possibili della norma statale anche i contratti di lavoro ‘assistiti’, termine questo non riconducibile ad una precisa categoria giuridica inequivoca, per taluni enti pubblici amplia, in misura peraltro non determinabile a priori, l’elenco dei soggetti destinatari della disposizione, beneficiari della proroga”.

Per Aronica, la decisione di instaurare “nuovi rapporti di lavoro subordinato con soggetti che in passato hanno prestato servizio con la Pubblica Amministrazione”, non avrebbe tenuto conto né delle “necessarie ordinarie procedure di selezione pubblica del personale anche per rapporti di breve durata”, né delle “reali esigenze operative dei suddetti Enti Parco che, per ricorrere all’utilizzo di contratti di lavoro flessibile, dovrebbero dimostrare l’esistenza di esigenze di carattere esclusivamente temporaneo ed eccezionale”.

E alla base dell’impugnativa, la solita, antica “tirata d’orecchi” alla politica. “La norma in questione configura un ingiustificato privilegio in favore di determinati soggetti, di cui si consoliderebbe la condizione di precariato alimentando negli stessi l’aspettativa di una futura stabilizzazione”. Ma non solo. La norma impugnata non avrebbe nemmeno quantificato la spesa per gli stipendi di questi precari.


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