PALERMO – C’è il richiamo alla Corte europea dei diritti dell’uomo nella relazione che i magistrati di Agrigento hanno trasmesso a Palermo sul caso Diciotti. Sotto inchiesta anche per sequestro di persona ci sono il ministro dell’Interno Matteo Salvini e il capo di Gabinetto del Viminale Matteo Piantedosi.
I giudici di Strasburgo nel 2015 hanno condannato il Governo italiano per avere trattenuto illegalmente tre tunisini nel centro di accoglienza di Lampedusa e poi a bordo di due navi. I giudici si pronunciarono su un caso del 2011, riscontrando la violazione di diversi articoli della Convenzione europea dei diritti dell’uomo (Cedu).
I tre tunisini avevano lasciato la Tunisia durante la Primavera araba ed erano stati individuati in mare dalle autorità italiane. Furono poi trasferiti nel centro di accoglienza dell’isola siciliana. Divampò un incendio e fuggirono. Rintracciati a Palermo furono rispediti in patria in aereo. Secondo la Corte, l’Italia violò il divieto di trattamenti disumani o degradanti e i diritti a libertà e sicurezza, nonché il diritto a essere informati sui motivi della detenzione e a un ricorso contro la detenzione stessa. Inoltre la loro fu considerata un’espulsione collettiva senza che fosse valutata singolarmente la posizione dei tunisini e senza che potessero impugnare il provvedimento davanti a un Tribunale Italiano.