Sammartino: "Il centrodestra è compatto, il Ponte si farà" - Live Sicilia

Sammartino: “Il centrodestra è compatto, il Ponte si farà”

L’assessore all’Agricoltura a tutto campo.
L'INTERVISTA
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6 min di lettura

CATANIA – “Il Ponte si farà”. Ne è certo l’assessore regionale all’agricoltura Luca Sammartino. Il vicerè di Salvini in Sicilia traccia un bilancio dei primi mesi del governo regionale. Dai consorzi di bonifica al nuovo piano vitivinicolo regionale, Sammartino fa il punto sul proprio operato sottolineando la forte sinergia tra il governo Schifani e l’esecutivo nazionale. E guarda già alle prossime tornate elettorali…

Assessore, partiamo dall’ultimo traguardo raggiunto: la riforma dei consorzi di bonifica.
È una riforma attesa da oltre trent’anni, richiesta dalle associazioni di categoria e soprattutto dai tanti produttori che in questi anni hanno pagato senza ricevere servizi. Il governo Schifani si era impegnato durante la campagna elettorale, ed è stato il mio primo punto all’ordine del giorno da neo assessore all’agricoltura, di consegnare al Parlamento siciliano una riforma che cambiasse il modello dei sistemi irrigui siciliani, ma soprattutto cambiasse il servizio che dobbiamo dare agli agricoltori. Dare servizi vuol dire garantire legalità e, soprattutto, offrire alla nostra straordinaria produzione di eccellenza quel supporto che serve oggi per andare oltre i mercati nazionali.

Che cosa cambierà?
Si passerà a quattro grandi consorzi disegnati sulla continuità dei bacini idrografici, razionalizzando le modalità d’uso dell’acqua per evitare gli sprechi e per realizzare una infrastruttura efficiente nella erogazione di un servizio fondamentale. Gli agricoltori oggi producono eccellenze, se sono correttamente supportati da servizi gestiti bene – sostituendo con nuove condutture le vecchie condotte cosiddette “colabrodo” – possono davvero essere competitivi in qualunque mercato.

Sammartino, lei ha istituito con un decreto il nuovo gruppo di lavoro che si occuperà della redazione del nuovo Piano vitivinicolo regionale. Che cosa cambierà per la Sicilia?
Da tanti anni, trenta precisamente, non si ridisegnava la mappa della viticultura siciliana. Ridare al comparto un nuovo atto programmatorio vuol dire creare le condizioni di contesto per consentire loro di crescere in un mercato molto competitivo e in continua evoluzione. Oggi è cambiato tutto rispetto al ‘93. Era un altro mondo, quello in cui la Sicilia era terra di produzione di vini sfusi, o di vini che i grandi marchi internazionali utilizzavano per tagliare i propri. Oggi la nostra Regione esprime alcuni dei più importanti brand dell’enologia internazionale, una qualità diffusa più alta della media, con alcuni vitigni – come il Nero d’Avola, il Cataratto, l’Inzolia, il Nerello mascalese e il Carricante – che oggi non hanno nulla da invidiare, quanto a prestigio e riconoscibilità, ai grandi vitigni italiani e internazionali tradizionali.
Il nuovo piano si pone una sfida diversa, quella di tracciare una programmazione che aiuti le cantine a consolidare il posizionamento nel segmento alto, penetrare nuovi mercati, aumentare i margini per bottiglia e rafforzare un modello di comunicazione che coniughi tipicità e qualità del prodotto con l’elemento della territorialità. L’enogastronomia deve infatti diventare una delle locomotive dell’offerta turistica siciliana, perché si presta naturalmente alla valorizzazione – in un unico momento – di cibo, bellezze paesaggistiche e naturalistiche, arte, cultura e tradizione.

Passiamo alla nuova programmazione del Pac per le imprese agricole isolane. Che risultati si aspetta?
La Commissione europea, qualche settimana addietro, ha certificato il buon lavoro svolto dal governo Schifani in termini di programmazione e di spesa. Abbiamo riprogrammato la Pac 23-27 concentrando tutto sugli investimenti. Il mio obiettivo è creare una filiera agroalimentare completa e integrata, capace di rendere competitivo sui mercati internazionali il prodotto siciliano trasformato che parte da un valore aggiunto irripetibile: la straordinaria qualità della materia prima. Non dobbiamo far arricchire altri, facendo lavorare altrove questa materia prima. Il mio obiettivo è creare lavoro e ricchezza qui.

Tracciamo un bilancio dei primi otto mesi del governo Schifani…
I primi otto mesi sono sicuramente positivi per un governo che ha ereditato difficoltà nella macchina amministrativa, nei bilanci e nella spesa comunitaria. Grazie alla capacità che il presidente Schifani ha messo in campo abbiamo instaurato con il governo nazionale un ottimo rapporto, grazie ai quali in breve tempo è stato rivisto l’accordo Stato-regione, cosa che ha consentito di iniettare fresca liquidità nelle casse del governo regionale.

Abbiamo reso stabile il dialogo con i vari ministeri, partendo dal ministero delle infrastrutture con il vice premier Salvini che sta dimostrando concretamente la sua vicinanza alla Sicilia sbloccando grandi opere e investimenti per miliardi di euro, dal sistema ferroviario alle dighe. Per non parlare del Ponte sullo Stretto, la cui realizzazione il ministro Salvini si è intestato come principale obiettivo di questa legislatura, raccogliendo in toto i continui stimoli e sollecitazioni che gli sono arrivati da noi dirigenti siciliani della Lega.

Anche in materia ambientale il dialogo è proficuo, ad esempio sul tema dei termovalorizzatori. Abbiamo messo in campo quello che negli scorsi anni non si era potuto fare perché c’è un raccordo tra il governo nazionale e quello regionale che ci consente di avviare una stagione di riforme epocali che servono alla nostra regione. E servono pure a cambiare quell’opinione radicata nei siciliani per cui cambiano i governi ma non cambia mai niente.

Ma si farà, il Ponte?
Certo! Il prossimo anno saremo insieme all’inaugurazione del cantiere.

Il rimpasto sembra essere rientrato e anche il caso Turano. E’ una tregua armata o avete trovato una quadra soddisfacente all’interno della maggioranza?
La grande capacità di Schifani è stata quella di evitare una dialettica eccessivamente accesa. Un post momento elettorale esiste sempre. Sono fasi normali di delusione o felicità, quella di maggio è stata una tornata importante. Oggi c’è una grande serenità, ma devo dire la verità: c’è sempre stata, in queste settimane, perché stiamo lavorando insieme nell’interesse della nostra regione.

Parlava della tornata delle amministrative, saranno al centro di un momento di confronto come richiesto da qualche alleato o siete proiettati in una fase post elettorale?
I partiti della maggioranza già lavorano alle prossime elezioni provinciali e alle prossime europee. Siamo alle porte del mese di luglio e in programma abbiamo appuntamenti importanti sia come governo sia come coalizione di maggioranza. Siamo fiduciosi del fatto che, come abbiamo dimostrato alle elezioni amministrative, i prossimi appuntamenti elettorali diranno che il centrodestra siciliano è prima forza nell’isola e elemento trainante della coalizione a livello nazionale.

Luca Sammartino, uomo del centrodestra, ma anche leader della Lega. Soddisfatto del risultato in provincia di Catania? Lei parlava delle provinciali, che spinta dà il risultato in tal senso in vista di quell’appuntamento?
Sono soddisfatto in generale della tornata amministrativa in tutta la regione. Abbiamo eletto sindaci nel Messinese e nel Palermitano e centinaia di amministratori locali. Da semplice iscritto e militante della Lega, mi sento di ringraziare i tanti uomini e le tante donne che saranno impegnate con noi nelle prossime elezioni provinciali ed europee. La Lega farà un grandissimo risultato, eleggeremo i nostri rappresentanti in entrambe le elezioni, rafforzando la presenza di una comunità umana e politica che oggi rappresenta un modello di buon governo del territorio.


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