PALERMO – Tre giorni per far decantare il clamore dello scontro andato in scena all’Ars durante la manovra. Tre giorni nel corso dei quali qualche pontiere ha provato a far dialogare le due sponde di un centrodestra che questa mattina si rivedrà per un nuovo vertice chiarificatore.
Schifani: “Unità della coalizione imprescindibile”
L’incontro è stato convocato dal governatore Renato Schifani nel ‘giovedì nero’ della coalizione, al termine di un voto d’Aula che ha decimato la manovra. “Vado avanti, mi chiamano ‘Diesel'”, ha assicurato sabato mattina Schifani in quel di Galati Mamertino. La domenica politica, invece, si è aperta con una presa d’atto del presidente della Regione: “Ritengo l’unità della coalizione imprescindibile per l’azione del governo”.
Alle dichiarazioni di sabato mattina, Schifani ha fatto seguire quelle che ringraziano i partiti della coalizione, ricordando loro “il raggiungimento di importantissimi risultati” da quando siede a Palazzo d’Orleans. Schifani, però, sa che il passato, seppur condito di ottimi risultati, può contare fino ad un certo punto. E così Palazzo d’Orleans ha posto l’accento sugli “altri” risultati che “alla portata – le parole del governatore – grazie a consistenti maggiori risorse finanziarie”.
Schifani si è detto “più che certo” che “dal confronto leale e paritario” si potrà “chiarire e trovare ancora più slancio per il sostegno dell’azione del governo”. Segnali di pace, quindi, all’indirizzo di Fratelli d’Italia, considerata la principale (ma non l’unica) causa della debacle di Sala d’Ercole. In questi giorni c’è anche chi, come Noi Moderati, partito che a livello nazionale vanta un rapporto privilegiato con Giorgia Meloni, ha provato a tessere la tela del dialogo.

FdI e i movimenti di Sammartino
Al tavolo di oggi, però i meloniani non rappresenteranno soltanto il caso delle nomine di Salvatore Iacolino e Alberto Firenze alla Pianificazione strategica e all’Asp di Palermo. Nel mirino di FdI Sicilia e del Mpa potrebbe finire anche l’iperattivismo del neo-rientrante assessore all’Agricoltura Luca Sammartino, un capitolo della crisi finora poco sviscerato.
La campagna acquisti della Lega
Non è andata giù ai meloniani la campagna acquisti di Sammartino a spese proprio dei FdI. L’ultimo arrivo, l’ex vicecoordinatore regionale di Fratelli d’Italia Francesco D’Urso Somma, è stato ufficializzato proprio pochi giorni prima dell’arrivo della manovra a Sala d’Ercole. Poco prima, a fine settembre, due jolly al consiglio comunale di Catania, come Andrea Barresi e Paola Parisi, avevano lasciato FdI per aderire al Carroccio. Nei giorni della manovra, poi, la fatidica goccia che ha fatto traboccare il caso: Gianfranco Di Fede direttore sanitario dell’Asp di Catania.

Tutto questo senza dimenticare che i vertici siciliani di FdI continuano a ricordare ad ogni occasione che l’assessora alla Salute, Daniela Faraoni, non sarebbe espressione ‘tecnica’ in Giunta ma politicamente vicina alla Lega, partito del figlio Leonardo Burgio, sindaco di Serradifalco.
Galvagno: “FdI tutela l’agricoltura”
Il catalogo si chiude con le dichiarazioni giunte nel weekend da Paternò. Dalla sua città il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno ha ricordato a tutti la necessità di impegnarsi perché l’ultimo scampolo di legislatura “potrà portare ulteriori dei benefici, soprattutto all’agricoltura”. Un riferimento alla delega di Sammartino che non è passato inosservato. Da queste premesse si capisce che le mosse di FdI in Aula, dove ad esempio è caduta anche la norma sui laghetti delle aziende agricole, non sono state dettate soltanto dalla voglia di rispondere alle nomine di Iacolino e Firenze. I temi sul tavolo del vertice di Palazzo d’Orleans saranno tanti e non è detto che l’incontro di oggi possa risultare definitivamente risolutivo.

