Sicilia, sanatoria edilizia. Assenza: "Rimediamo a un'ingiustizia"

Sanatoria edilizia, Assenza va avanti: “Rimediamo a una vecchia ingiustizia”

Parla il capogruppo di FdI all'Ars: "Avanti anche sulla salva-ineleggibili"

PALERMO – Sì alla riforma urbanistica che contiene la contestata norma sulla sanatoria delle case al mare e sì alla salva-ineleggibili. Giorgio Assenza ha le idee chiare e non ci gira troppo attorno. Il capogruppo di Fratelli d’Italia all’Ars ‘attende al varco’ l’aula di Palazzo dei Normanni su “tutta una serie di riforme di cui la Sicilia ha davvero bisogno” ed auspica che alle Europee la compagine della ‘leader maxima’ Giorgia Meloni possa portare a casa uno storico bottino pieno. Nel mezzo i rapporti all’interno della maggioranza di governo ed il ruolo dell’opposizione.

Ci togliamo subito il dente: sulla sanatoria delle case al mare si va avanti per la strada tracciata dalla commissione?
“Oltre alle norme previste dal governo e a quelle aggiunte dalla commissione che snelliscono la riforma, c’è questo emendamento sul quale mi batto da quando sono all’Ars e che in passato non ha avuto fortuna: nella scorsa legislatura venne bocciato per solo due voti a causa dello scrutinio segreto”.

Eppure, l’opposizione ha già espresso tutta la contrarietà spiegando che la norma sarebbe incostituzionale.
“Io in commissione non ho visto tutta questa riluttanza, soprattutto da parte del Pd. Loro non entrano nel merito della vicenda ma sostengono che sia una norma soggetta ad impugnativa: ma è tutta demagogia, in primis perché non c’è alcuna nuova sanatoria in atto”. 

E cos’è allora?
“Glielo dico subito. Parliamo di immobili che sono stati costruiti entro la data dell’1 ottobre del 1983 e, quindi, oltre quarant’anni fa, per i quali venne presentata all’epoca sanatoria. Sono immobili che ricadendo nella fascia dei 150 metri, in un primo momento furono soggetti ad un esito favorevole; successivamente, è mutata prima la giurisprudenza e poi l’interpretazione autentica che hanno capovolto la situazione”.

E dunque?
“E dunque con la legge 78 del ’76 si prevedeva già che ‘le costruzioni dovevano arretrarsi di metri 150 dalla battigia’: con la sanatoria del 1985 si volle sanare l’abusivismo compiuto e si parla di centinaia di migliaia di immobili in tutta la Sicilia che giacciono nel limbo. Molti pagano l’Imu, le tasse comunali. Parliamo di una doppia ingiustizia: verso chi ha avuto l’opportunità di sanare e verso il resto d’Italia dove non era previsto il limite dei 150 metri”.

È stato proposto anche l’abbattimento delle case.
“Guardi, parliamo di una parte infinitesima delle costruzioni esistenti. Su tutte le altre costruzioni io continuo a chiedere: l’alternativa qual è? Le demoliamo tutte? Sappiamo quanto costi un’operazione del genere? Mettiamo quattro miliardi sul tavolo ed affidiamo quest’opera all’esercito. È questa la soluzione?”.

Mi dice che esperienza è questa legislatura all’Ars?
“È un Parlamento per molti versi rinnovato. Penso che potremmo alzare il livello della legislatura evitando discussioni tante volte utili solo alla retorica e che sono assolutamente vuote. Ma vedremo subito il Parlamento ad un banco di prova legato alle tante leggi che arriveranno a breve”.

Non sono leggi da poco.
“Certo. Una è proprio quella sull’urbanistica. Ma ci sono anche quelle sulle Province e sui consorzi di bonifica. Il confronto vero deve ancora iniziare”.

E lei che si aspetta?
“Io spero solo che si arrivi ad approvare tutte queste riforme di cui la Sicilia ha davvero bisogno e che lo si faccia in tempi celeri. L’opposizione fa il suo mestiere: ma opporsi tanto per opporsi, porta a poco. Poi c’è da dire che Pd, M5s e De Luca non sempre hanno le stesse sensibilità e non sempre portano avanti le stesse battaglie. Per carità, anche nella maggioranza c’è una visione parzialmente diversa su alcune questioni ma riusciamo sempre a raggiungere un equilibrio”.

Da Musumeci a Schifani: sono due modi di governare così diversi?
“Io sono un po’ parte interessata su questa domanda perché sono amico di Musumeci da cinquant’anni. Quella di Musumeci è stata una grande presidenza, nonostante non avessimo una maggioranza: dopo il disastro Crocetta si era riusciti faticosamente, e nonostante tre anni di Covid, a riportare la Sicilia sui giusti binari. E se oggi si riesce a chiudere un bilancio senza l’esercizio provvisorio, lo dobbiamo al risanamento dei conti che aveva cominciato il governo precedente. Devo dire che il governatore Schifani e l’assessore Falcone hanno dato continuità in maniera assolutamente egregia e da qui in avanti l’azione del governo sarà certamente ancora più incisiva”.

E lei che scenario immagina per le prossime Regionali?
“Il centrodestra da più di vent’anni riesce a trovare la quadra. Abbiamo perso contro Crocetta solo perché ci presentammo divisi con Musumeci e Miccichè: anche per la prossima tornata troveremo la quadra. Mi lasci dire, però, che il quadro del centrodestra in Sicilia è diverso rispetto al resto d’Italia. Qui abbiamo una colazione più ampia con Nuova Dc ed Mpa che hanno il loro consenso”.

Chi candiderà Fratelli d’Italia per le imminenti europee?
“Io ritengo, per principio, che in ogni competizione elettorale ogni partito debba mettere in campo i suoi rappresentanti migliori: Fratelli d’Italia ha la necessità di schierare capolista in tutte le circoscrizioni il suo leader Giorgia Meloni. E poi confermare i deputati uscenti, anche se su Stancanelli c’è stata qualche perplessità che lui stesso ha dissipato dicendo che non era più interessato a concorrere. E questo mi è dispiaciuto molto perché è un uomo politico di assoluto valore. C’è Milazzo che si ricandiderà. Su tutti gli altri nomi, mi creda, non so chi possano essere i candidati. Mi auguro solo che possano essere di alto profilo. Auspichiamo ad aggiudicarci due seggi se non addirittura tre”.

Per ultimo, mi dice il suo punto di vista sulla salva-ineleggibili?
“Le dico che dobbiamo insistere affinché questa norma venga approvata al più presto in commissione per approdare in aula. È una norma che tende a rendere chiarezza anche in questo campo allineandosi al resto d’Italia. In Sicilia le norme sulla ineleggibilità e sulla incompatibilità, sono così farraginose che ogni giudice chiamato ad interpretare dà una decisione diversa da un caso all’altro. Fare chiarezza anche su questo, credo sia doveroso”.


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