PALERMO – Quel bando, così com’era, avrebbe tagliato fuori le piccole e medie imprese. Così, la Centrale unica di committenza ha deciso di revocare e poi sostanzialmente riscrivere una mega gara da 265 milioni di euro per i “servizi di pulizia, servizi integrati e servizi accessori in ambito sanitario per gli enti del Servizio sanitario regionale”. Una gara che partiva da una base d’asta addirittura da 355 milioni di euro. Uno dei bandi più ricchi e più attesi degli ultimi anni.
Un bando nato subito tra i problemi. Già nel febbraio scorso, infatti, ecco la nascita, dopo la pubblicazione della gara, “di numerosi contenziosi – si legge nel decreto del dirigente generale Fabio Damiani – e richieste di chiarimenti formulate dagli operatori economici interessati alla procedura”. A quel punto l’assessorato ritiene “opportuno – prosegue l’atto amministrativo – senza con ciò incidere sulla impostazione di fondo della gara d’appalto, rettificare alcuni documenti di gara”. Qualche correzione in corso d’opera, insomma, che non avrebbe comunque accontentato le aziende in corsa: i requisiti del bando sarebbero stati più adatti a grosse società, penalizzando le piccole. Contestata anche la suddivisione del mega-bando in soli cinque lotti.
E così, partono anche i ricorsi al Tar che li respinge e quindi al Cga che invece accoglie le rimostranze delle aziende e decide di sospendere in via cautelare l’efficacia del bando, rimettendo al Tar la discussione di merito.
Ma a quel punto il rischio era quello, probabilmente, di perdere troppo tempo. E così, l’assessorato all’Economia cui fa capo la Centrale unica, decide di revocare il bando e di scriverne uno nuovo, che in qualche modo rispondesse alle criticità sollevate dalle aziende, per un affidamento della durata di quattro anni.
“Dopo alcuni incontri con le associazioni di categoria – spiega il dirigente Damiani – anche alla presenza dell’assessore all’Economia Baccei, abbiamo accolto alcune istanze, quelle che ritenevamo fondate, avanzate dalle aziende. Così, abbiamo anche fatto in modo che cessasse la materia del contendere di fronte ai tribunali amministrativi. Ovviamente lo spirito è sempre però quello di ‘aggregare’, al fine di ottenere oltre ai risparmi anche delle forniture di qualità”.
Il “nuovo” bando ridefinisce così i requisiti di “capacità economico-finanziaria” e di “capacità tecnica e professionale” in modo “non elevato”, mentre gli anni di convenzione scendono da cinque a quattro. Inoltre dai cinque lotti originari si passerà a sei. Uno riguarda le aziende di Palermo (Asp, Civico, Policlinico, Villa Sofia-Cervello) e ha il valore di oltre 94 milioni di euro. Il lotto relativo alle Asp di Caltanissetta ed Enna è superiore a 28 milioni, quello di Catania (Asp, Garibaldi, Policlinico) di oltre 53 milioni, quello di Messina (Asp, Papardo, Policlinico e Irccs Bonino-Pulejo) da 38 milioni. E ancora, il lotto relativo ad Asp di Ragusa e Siracusa del valore di quasi 33 milioni e quello che riguarda le Asp di Agrigento e Trapani da quasi 18 milioni di euro. Per un totale di 265 milioni di euro. Uno dei bandi più ricchi e tormentati degli ultimi anni.