È "game over" per i commissari| Tra i promossi ex “lombardiani” - Live Sicilia

È “game over” per i commissari| Tra i promossi ex “lombardiani”

Nell'elenco dei 76 aspiranti direttori generali pubblicato dall'assessorato non figurano molti degli attuali vertici di Asp e ospedali nominati dal presidente Crocetta e dall'assessore Borsellino. Presenti invece molti degli ex manager scelti dal passato governo. Ancora in corsa anche il direttore della clinica Humanitas.

sanità, la lista
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PALERMO – Per la metà degli attuali commissari straordinari della Aziende sanitarie e ospedaliere siciliane il “game over” è vicino. Questo è uno dei dati certi che emerge dalla pubblicazione dell’elenco dei 76 “promossi”. I manager, cioè, tra i quali il governo dovrà pescare i nuovi 17 vertici di Asp e ospedali.

La certezza è “certificata” dalle parole del presidente della Regione Rosario Crocetta, che prova a mettere fine ai sospetti, alle illazioni e alle polemiche: “In riferimento alle nomine – ha detto – la posizione del Governo è quella di scegliere all’interno della rosa dei nomi individuati dalla Commissione, senza eccezione alcuna”. Senza eccezioni. E il riferimento va, probabilmente, ad alcuni dei commissari in carica considerati più vicini al governatore e all’assessore Lucia Borsellino: quello dell’Asp di Ragusa Angelo Aliquò e quello dell’Asp di Caltanissetta Vittorio Virgilio. Per loro, insomma, l’avventura alla guida delle aziende sanitarie sta per finire.

A dire il vero, i sospetti erano stati alimentati dalle vicende delle ultime ore. Dapprima, ecco le aperture di Lucia Borsellino al report stilato dai consulenti della Commissione Sanità all’Ars. “Non potremo non tenere conto di questi dati”, aveva detto l’assessore. Dati che descrivevano come “isole felici” proprio le Asp di Ragusa e Caltanissetta. Oltre a quella di Agrigento. Ma anche in questo caso, il commissario Salvatore Messina non sarà confermato nel ruolo di dirigente generale. Tra i 76, non c’è.

Ad alimentare i dubbi, poi, il ritardo col quale questo elenco è stato reso pubblico. Un ritardo inizialmente giustificato col “bon ton” istituzionale (“E’ giusto che il governatore lo veda, prima di pubblicarlo”, filtrava ieri dall’assessorato di Piazza Ziino), ma prolungatosi al punto da sostenere la tesi di chi paventava un intervento sulla lista del presidente.

Sospetti che si sgonfiano un po’, di fronte a un elenco che, come detto, esclude la maggioranza degli attuali commissari. Bocciando così, anche, le scelte dell’attuale governo. Le lunghe selezioni portate avanti dagli esperti esterni (il direttore dell’Agenas Fulvio Moirano, Marco Frey dell’Istituto Universitario Sant’Anna di Pisa ed Ernesto Morici, magistrato in quiescenza), insomma, hanno certificato che molti dei manager considerati dal governo “adeguati” a guidare Asp e ospedali, non lo sarebbero per ricoprire il ruolo di dirigeni generali.

Tra i “76”, però, ecco gli attuali commissari Antonino Candela (Asp di Palermo), Fabrizio De Nicola (Asp di Trapani), Giuseppe Pecoraro (nominato dal passato governo e confermato da Crocetta all’Asp di Messina), Renato Li Donni (Policlinico), Carmelo Pullara (Civico di Palermo), Giacomo Sampieri (Villa Sofia-Cervello di Palermo), Gaetano Sirna (Asp di Catania) e Mario Zappia (Asp di Siracusa). Anche gli ultimi due sono stati nominati da Lombardo e confermati dall’attuale governo. Tra gli assenti nell’elenco, come detto i commissari vicini a Crocetta: Angelo Aliquò non sarà confermato all’Asp di Ragusa, lo stesso per Vittorio Virgilio all’Asp di Caltanissetta e Renato Baldari all’Asp di Enna. Stando alle parole del governatore, nemmeno la relazione degli esperti della commissione Sanità potrà consentire un loro ripescaggio. “Sarebbe assurdo – aveva ammonito il presidente della commissione Pippo Digiacomo – se il governo non tenesse conto di questi elementi”. Ma il governo, pare che non ne terrà conto, almeno per la vicenda delle nomine a dirigente generale.

Nell’elenco, però, ecco saltare fuori nomi e cognomi notissimi nella recente storia della Sanità siciliana. Sono tanti, infatti, i manager con un passato alla guida di Asp e ospedali durante l’era Lombardo-Russo. C’è, ad esempio, Paolo Cantaro, ex commissario dell’Asp di Caltanissetta. I buoni risultati registrati dalla commissione di esperti dell’Ars nell’azienda nissena, evidentemente, sono anche merito suo. Armando Caruso, invece, col passato governo è stato commissario del “Papardo-Piemonte” di Messina, Angelo Pellicanò è stato al vertice del “Garibaldi” di Catania, mentre Salvatore di Rosa ha guidato l’azienda Villa Sofia-Cervello. Senza contare, come abbiamo già detto, i vari Zappia, Sirna e Pecoraro, nominati commissari nella passata legislatura e confermati sia nel ruolo, che nell’elenco degli idonei. Tra i 76 aspiranti manager ecco anche Salvatore Iacolino, attuale europarlamentare, ed ex dirigente generale dell’Asp di Palermo già col governo Cuffaro.

E oltre agli ex manager della sanità, tra gli idonei anche i nomi di qualche dirigente che ha ricoperto ruoli di grande importanza in passato, non necessariamente in Asp e ospedali. C’è ad esempio Gianluca Casimiro Galati, ex dirigente generale (esterno) all’Energia, c’è Salvatore Giglione che ha ricoperto, tra gli altri, gli incarichi di presidente della Società patrimonio immobiliare, vice presidente di Irfis, componente del cda di Sicilia e-Servizi, oltre a essere stato dirigente generale dell’Azienda Foreste.

E tra i 76, ecco anche due protagonisti (loro malgrado) della recente vicenda “Humanitas”. Ignazio Tozzo è l’attuale dirigente generale del dipartimento dell’osservatorio epidemiologico. Considerato politicamente vicino al deputato di Articolo 4 Lino Leanza, è finito al centro delle polemiche per il via libera all’ampliamento della clinica (ma lui si è difeso: “Io ero in assessorato da poco tempo, e la politica non ha mai inteferito col mio operato”). Una clinica, quella di Catania, diretta da Giuseppe Sciacca. Livesicilia vi raccontò il giorno del suo colloquio. Un colloquio fortunato, evidentemente. Il giorno dopo, la società nella quale Sciacca ricopre il ruolo di amministratore delegato, e che si è vista “strappare in faccia” la delibera e l’accordo che approvava il mega.investimento a Misterbianco, annunciò l’intenzione di far causa al governo. Lo stesso che dovrà scegliere tra Sciacca e gli altri 75.


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