Salvatore Scaduto, Gaetano Cimò, Francesco Cerrito, Giuseppe Scarpello, Salvatore Russo, Giovanni Settepani, Gaetano Buccheri, Salvatore Vizzi, Vincenzo Lima e Francesco Grippi: ecco i nomi della discordia, che hanno scatenato le ire della Cgil Funzione Pubblica e della Cgil Medici. Sono loro, infatti, i nuovi direttori sanitari dell’Asp di Palermo: Salvatore Scaduto, è il nuovo coordinatore delle Attività territoriali; Gaetano Cimò è stato nominato direttore del distretto di Misilmeri; Francesco Cerrito è andato a capo del distretto unico di Palermo; Giuseppe Scarpello guida il distretto di Partinico; Salvatore Russo è direttore del distretto di Carini; Giovanni Settepani è stato nominato per il distretto di Bagheria; Gaetano Buccheri dirige il distretto di Termini Imerese; Salvatore Vizzi guida la direzione sanitaria di Corleone; Vincenzo Lima va a Lercara Friddi e Francesco Grippi è, infine, a capo di Petralia.
“La spinta propulsiva e di cambiamento avviata dall’assessore Russo si è esaurita. Dalla nomine lottizzate nella sanità alle ritorsioni su chi denuncia irregolarità all’interno del sistema, sembra essere tornati ai tempi peggiori”: così hanno attaccato le nuove nomine la Cgil Funzione Pubblica, la Cgil Medici, Italia dei Valori e il deputato regionale del Pd, Pino Apprendi, che in una conferenza stampa congiunta hanno fornito ai media uno screening delle irregolarità nella sanità regionale.
Consulenze facili, anticipazioni ‘allegre’ nel San Raffaele di Cefalù, assicurazioni scadute e vessazioni contro chi denuncia irregolarità: sono questi i punti che la Fp-Cgil contesta all’Asp 6. “In 9 mesi, l’Asp di Palermo ha affidato – si legge, in un documento redatto del sindacato – incarichi di consulenza a professionisti e società esterne, per redazione di bilancio, progettazioni, sistema informativo, legali e sicurezza per 500 mila euro“. Le assicurazioni del personale medico e paramedico “sono nella maggior parte dei casi scadute il 31 marzo scorso ed ancora non sono state rinnovate. Questo fa capire quanto sia alto il rischio di produrre danno patrimoniale ai medici, agli operatori sanitari ed alle aziende”. Secondo Michele Palazzotto, segretario generale della Fp-Cgil “sono stati finanziati più di 4 milioni per acquisiti di attrezzature, senza copertura finanziaria, ed oltre 5 milioni per manutenzioni straordinarie: 9 milioni sottratti all’assistenza sanitaria“. Nel corso della conferenza stampa il sindacato ha anche denunciato il clima “teso” e a volte “intimidatorio” nei confronti di rappresentanti sindacali che denunciano inefficienze e inadempienze. L’ultimo caso riguarda Franco Ingrillì, segretario provinciale della Funzione Pubblica Cgil Medici, che l’azienda Villa Sofia – Cervello ha chiamato a contro dedurre rispetto ad alcune dichiarazioni rilasciate alla stampa.
“Ci sono numerosi campanelli di allarme – ha continuato il segretario generale di Fp Cgil Sicilia, Michele Palazzotto – a cominciare dalle ultime nomine all’Asp 6 per finire alla vicenda 118 e il passaggio dalla Sise alla Seus. Su questo abbiamo appena presentato un esposto alla magistratura perché riteniamo che siano stati violati i diritti dei lavoratori così come confermano anche due sentenze dei tribunali amministrativi”. Proprio sulla società che gestisce il servizio di emergenza-urgenza del 118 nell’Isola, la Cgil ci va giù pesante. “La vicenda Seus è paradossale – dice Caterina Tusa della segreteria regionale – Si è preteso dai dipendenti la rinuncia a diritti già consolidati. Non solo: la Seus è inadempiente anche con chi ha firmato l’accordo. La transazione prevedeva che entro 120 giorni fossero pagati il trattamento di fine rapporto, la tredicesima e il premio di produttività. Ancora però nessuno dei 3.300 dipendenti ha ricevuto queste spettanze. Mentre l’assessorato ritiene di dovere alla Sise soltanto pochissime centinaia di migliaia di euro, la Sise dichiara di non avere un soldo in cassa perché costretta ad adempiere vari oneri tra cui, in ultimo 11 milioni di euro per tasse e contributi. Tutto questo potrebbe portare ad una nuova mole di ricorsi da parte dei lavoratori”.
“Con questa operazione – fanno i conti Palazzotto e Tusa – la Regione che avrebbe dovuto ripianare i debiti di Sise, ha evitato di dovere sborsare i circa 50 milioni di euro necessari agli straordinari per i dipendenti. Non solo: nei conti dell’assessorato ci sono anche gli sgravi Inps per i nuovi assunti: 24 milioni di euro in tre anni sui quali già l’Inps vuole vederci chiaro”.
Intanto, anche la politica attacca la sanità regionale. Così dal Pd, Davide Faraone tuona: “In Sicilia sognavamo la rivoluzione sanitaria e con la nomina dei 14 super-direttori all’Asp di Palermo siamo alla restaurazione. Senza nulla togliere alle capacità e alla professionalità dei direttori, credo che su questa vicenda le due condizioni indispensabili per avviare il nuovo corso nella sanità in Sicilia non siano state minimamente rispettate. Quando, infatti,si procedere alle nomine senza un bando di concorso, e quindi facendo prevalere arbitrarietà e discrezionalità in aperta violazione della legge e quando i partiti continuano ad occupare la sanità, sponsorizzando alcuni nomi e mortificandone altri, la conseguenza inevitabile è che la Sicilia pensi che nulla sia cambiato e che la restaurazione abbia preso il sopravvento sulla tanto auspicata rivoluzione”.
Anche Fabio Giambrone, coordinatore regionale di Idv, ha attaccato il regno di Massimo Russo: “Più volte – ha detto – abbiamo denunciato l’inadeguatezza del sistema sanitario in Sicilia. Oggi il diritto alla salute non è più garantito da un governo regionale deve andare a casa. Non sono garantiti i livelli minimi di assistenza e quelli emergenziali soprattutto nelle zone montane. Ci troviamo, ancora una volta, davanti ad un’imbarazzante sistema di nomina dei dirigenti secondo una logica politica di partito e non in base a validi criteri di professionalità – ha concluso Giambrone – E’ ormai evidente che la sanità è, di fatto, in mano al governatore Lombardo. Contestiamo questo metodo che mortifica continuamente le figure professionali meritevoli”.
Nel collettivo j’accuse contro la sanità regionale interviene, infine, Sergio Lima, coordinatore provinciale di Sel, il partito di Nichi Vendola, che afferma: “Le nomine dell’Asp di Palermo sconfessano il mito della riforma della sanità siciliana targata Pd-Mpa, confermando, invece, le logiche spartitorie che antepongono le ragioni politiche al diritto dei siciliani alla salute”.