Il bilancio è stato approvato, ma i problemi restano. A crearli non sono le opposizioni (Pdl, Popolari per l’Italia di domani e Forza del Sud) che, a parte il deputato Cateno De Luca, sono, tutto sommato, allineate e coperte. I problemi, anzi il problema ancora aperto è la sanità. O meglio, la copertura delle spese sanitarie. All’appello, è noto, mancano circa 600 milioni di euro. Che il governo, presieduto da Raffaele Lombardo, avrebbe voluto inserire tra i cosiddetti “accantonamenti negativi”. Una formula che, tradotta dal politichese stretto, significa sostanzialmente questo: i soldi non ci sono, ma siccome siamo certi che, prima o poi, da qualche parte arriveranno, noi li inseriamo nella manovra economica e quando arriveranno li utilizzeremo.
I soldi – il riferimento è sempre ai 600 milioni di euro circa – dovrebbero arrivare dal Fas, sigla che sta per Fondi per le aree sottoutilizzate. Risorse che dovrebbero essere erogate dal governo nazionale. Peccato che il “sì” da Roma non è mai arrivato. La novità delle ultime ore è che questa manovra potrebbe non essere percorribile. Si tratta di un’indiscrezione ancora da verificare. Però il fatto che nel bilancio approvato ieri sera dall’Ars questo piccolo, ma sostanziale ‘tema’ non venga affrontato conferisce all’indiscrezione i crismi di una possibile veridicità. La copertura di questi 600 milioni di euro, infatti, è stata demandata alla finanziaria che dovrebbe essere discussa e approvata da sala d’Ercole entro stasera. Un segnale brutto per il governo.
Ma anche dentro la finanziaria – e questa è un’altra notizia che circola nelle ultime ore – non si potrebbe procedere con gli accantonamenti negativi. Vero? Falso? Se anche questa notizia dovesse essere esatta, il governo dovrà trovare il modo, in tempi strettissimi, di assicurare questa copertura finanziaria con soldi ‘veri’. Per il presidente Lombardo e per l’assessore all’Economia, Gaetano Armao, si tratterebbe di una doccia fredda con rischio di ‘polmonite’. Per la cronaca, appena qualche giorno fa, in Aula, il parlamentare Cateno De Luca ha affermato a chiare lettere che il ‘buco’ della sanità non avrebbe potuto essere coperto con le risorse Fas? Un ‘profeta’ parlamentare? Chissà.
Stando sempre alle solite indiscrezioni, i tecnici dell’assessorato all’Economia (e qualche tecnico dell’Assemblea regionale siciliana) sarebbero al lavoro per trovare la possibile soluzione. Quale? Il governo potrebbe caricare la somma sui fondi di riserva. Si tratta di somme con le quali si pagano le obbligazioni giuridiche degli anni precedenti. Vero è che, soprattutto l’anno scorso, con i fondi di riserva hanno pagato di tutto. Ma proprio quest’anno il commissario dello Stato ha fatto sapere che i fondi di riserva non possono essere utilizzati per finalità diverse da quelle previste dalla legge.
Ci sarebbe poi una seconda, possibile via: l’utilizzazione dei fondi di regolamentazione contabile. Sono i fondi con i quali si fronteggiano gli scostamenti tra entrate previste e pagamenti da effettuare. Anche questa via, a dir la verità, sembra un’invenzione più che forzata. In ogni caso, al di là di quello che succederà nelle prossime ore, un fatto è certo: l’Assemblea regionale siciliana si appresta a varare una manovra economica e finanziaria con un pesante deficit strutturale che solo in minima parte è stato ridimensionato e, soprattutto, senza in ‘cassa’ circa 600 milioni per coprire le spese sanitarie.
Altro tema: la finanziaria. Che dovrebbe essere approvata entro stasera. Il testo del governo, che è già stato emendato dal presidente dell’Ars, Francesco Cascio, è stato presentato, nel corso di una riunione notturna, alle opposizioni. A quanto pare, l’accordo non sarebbe stato ancora raggiunto, anche se ormai sarebbe questione di qualche ora.