Tonino Frisina, 75 anni, è un contestatore sanitario: la sanità, così com’è, non gli va a genio. Per questo, ieri pomeriggio, ha preso il suo bravo cartello con la scritta ben visibile e si è piazzato davanti all’assessorato regionale alla Salute. “Qualcuno mi ha chiesto, anche l’assessore Volo: ma perché la sanità non è pubblica? – racconta lui – E io ho risposto: no, non lo è”.
Tonino è pure un contestatore solitario. “Non ho il telefonino, perché non voglio esserne schiavo – dice -. Ho un numero fisso a casa, ho la posta elettronica e poi il telefonino ce l’ha mia moglie”. Nel suo essere solitario, Tonino, è spesso controcorrente, talvolta straripante nella dialettica. E capita di arrabbiarsi con lui. Ma le sue battaglie sono tutte per gli altri, mai per se stesso.
“Ho scelto di protestare – dice – perché la sanità, appunto, non è pubblica. Per avere un minimo di servizio, un minimo, non l’eccellenza, devi pagare. Ci sono storie su storie che lo dimostrano. Come quella di quel paziente che ha l’esenzione, fa la visita e poi deve comprare un farmaco non prescrivibile che costa trenta euro…”.
“La gente si lamenta e ha ragione – prosegue il contestatore sanitario-solitario -, se non hai i soldi, non puoi andare da nessuna parte. E’ una situazione che discrimina i pazienti, tra chi ha disponibilità economiche e chi non. Non si può accettare. Io ci sono, per protestare”. Ed è una certezza. Con la pioggia o con il sole, Tonino c’è. (rp)