Abbronzato, carico ed emozionato come impone qualsiasi primo giorno di scuola e con le idee chiare su cosa chiedere alla squadra. Il tecnico rosanero Beppe Sannino si è presentato così alla prima conferenza stampa dal ritiro di Malles dove da oggi Miccoli e compagni prepareranno la stagione 2012-2013 fino al 5 agosto. Sannino ha esordito spiegando le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere Palermo: “Il fatto di essere arrivato a Palermo è perché entrambe le parti lo hanno voluto – spiega -. Sono venuto perché questa è una città importante, nonostante avessi un altro anno di contratto col Siena. Ho parlato col presidente Zamparini sperando di poter cominciare un lavoro come ho sempre fatto, non vivo di progetti ma di giornate, di lavoro quotidiano e quello che sarà il tempo lo dirà il campo. Avere una squadra non significa soltanto dare i nomi ai ragazzi, ma bisogna costruire una mentalità, e tutto ciò è importante per me”.
Sannino non vuole parlare di obiettivi stagionali, almeno in questa prima fase in cui deve analizzare uno per uno gli elementi del team rosanero. “Io credo che come approccio, quando si parte con qualcosa di nuovo, è prioritario lavorare, prima io voglio lavorare, l’Europa o la salvezza lo può dire il presidente che spende i soldi, ed è normale che lui ponga un obiettivo. A me piace creare una squadra, e questa crescita passa dal ritiro. Il presidente vuole una squadra con il DNA della città come Palermo, ed io questo pensiero lo sposo in pieno. Vogliamo essere trascinati dal pubblico”.
Il clima speciale che si respira al Barbera Sannino lo ha assaporato da avversario, adesso non vede l’ora di viverlo da protagonista: “Col Siena sono stato per la prima volta a Palermo, e lì capii che questa città vive di calcio. Ora so che che vivo in una città più passionale. Ho degli oneri diversi, rispetto a dove sono stato”.
Poi il tecnico parla del rapporto speciale che ha con il direttore generale Giorgio Perinetti col quale ha lavorato anche a Siena. “Io e Perinetti vogliamo il bene del Palermo. Lui è tornato dopo tanti anni, io sono appena arrivato, ma vogliamo le stesse cose. Balzaretti? E’ un calciatore del Palermo e lo reputo tale, non vedo perché non dovrei. Io mi auguro che questi ragazzi possano proseguire qui a Palermo, poi se dovesse succedere qualcosa sul mercato vedremo…”.
Il ritiro è appena iniziato e il mister non si sbilancia sulle condizioni dei suoi uomini: “Per ora ho visto solo ragazzi che tornano dalle vacanze… – dice scherzando il tecnico campano -. Stamattina ho fatto un piccolo lavoro sul campo, vorrei una squadra che abbia un’identità, sapendo che dobbiamo dividere lavoro e sofferenza in ugual misura. Tutti devono lavorare alla stessa maniera. Sono tutti uguali come calciatori, non possono essere uguali come carattere ed è giusto che io entri nella loro testa in maniera diversa. Per la prima volta la società ha dato un volto nuovo per ciò che rigaurda le visite mediche, queste strutture ci hanno permesso di lavorare e conoscerci meglio. La rosa che ho a disposizione? A me non piace parlare di giovani da lanciare, soprattutto in questo momento. Preferisco parlare di squadra, è questo ciò che voglio vedere. Rios, Hernandez e Morganella sono in Nazionale per le Olimpiadi, mentre Dybala voglio vederlo dal vivo. Noi ci aspettiamo tanto da loro, ma anche loro devono capire che è un campionato diverso”.
Poi un pensiero su Zamparini e la sua fama di mangia-allenatori: “Il mio rapporto col Presidente? E’ la stessa domanda da quando sono stato accostato al Palermo… Non so come sarà il rapporto con lui, ma fin quando mi vedrà bene come allenatore del Palermo andrà bene sicuramente. Io vivo di quotidianità, non voglio andare più in là del momento”.