Don Pino Puglisi martire cristiano: è questa la richiesta che diverse realtà cattoliche palermitane inoltrano a Benedetto XVI, in vista della sua visita nel capoluogo dell’Isola il prossimo 3 ottobre. Così un lungo cartello di associazioni e movimenti cattolici ha avanzato la proposta al massimo vertice vaticano, perché la lezione di Don Pino non diventi solo un ricordo. Perché, come si diceva nella Palermo degli anni Novanta, le sue idee. In tanti sono scesi in campo. Dall’Istituto Arrupe a “Chiesa e città”; da “Presenza del Vangelo” alla Comunità di S. Egidio; dall’Istituto Santa Famiglia Milizia dell’Immacolata di Sicilia all’Agesci Conca d’Oro; dal Movimento dei Focolari all’Equipe Notre Dame; dall’associazione “P. Giuseppe Puglisi” all’Azione Cattolica di Palermo; dal Serra Club fino all’associazione “Amici di 3P”.
Nella lunga lettera inviata a Benedetto XVI si leggono le parole di una Sicilia e di una Chiesa siciliana mai arrese, combattive, pronte a spendersi. Proprio queste comunità usano parole forti, nel tentativo di rimarcare con forza l’estraneità tra quella parte di Chiesa schierata quotidianamente dalla parte dei più deboli e qualsivoglia potere mafioso, definito dai firmatari del documento “ pericolosamente intriso di ambiguo ateismo devoto”.
“I vescovi siciliani – si legge nella nota – hanno dichiarato nel 1994 che la «incompatibilità con il Vangelo è intrinseca alla mafia per se stessa, per le sue motivazioni e per le sue finalità, oltre che per i mezzi e per i metodi adoperati. La mafia appartiene, senza possibilità di eccezione, al regno del peccato e fa dei suoi operatori altrettanti operai del Maligno. Per questa ragione, tutti coloro che, in qualsiasi modo deliberatamente, fanno parte della mafia o a essa aderiscono o pongono atti di connivenza con essa, debbono sapere di essere e di vivere in insanabile opposizione al Vangelo di Gesù Cristo e, per conseguenza, di essere fuori della comunione della sua Chiesa». […] Raccontare della morte di un uomo – si legge ancora nella missiva – che non ha piegato la testa al potere mafioso per fedeltà a Cristo e ai fratelli, annunzia con linguaggio propriamente ecclesiale che l’unica signoria nella storia è quella del Signore Gesù Crocifisso, da cui hanno inizio la libertà del cristiano e la liberazione da ogni sistema di potere che opprime l’uomo e, nel nostro caso, dal potere mafioso, pericolosamente intriso di ambiguo ateismo devoto”.
La richiesta, infine, dopo le dovute motivazioni: “I credenti che sottoscrivono questa lettera chiedono, Beatissimo Padre, che, in occasione della Sua venuta in Sicilia nel prossimo mese di ottobre, venga solennemente riconosciuta dalla Chiesa come martirio cristiano la morte del presbitero Giuseppe Puglisi, ucciso dalla mafia”.
.