Le ragazze le chiamavano “bagagli”, come se fossero cose, come se fossero oggetti o pacchi postali. Erano le rumene comprate in patria per una cifra che oscillava tra i 700 e i 900 euro (1.500 comprese le spese di viaggio) e inserite nel mercato dei marciapiedi da una rete criminale italo-rumena. Un’organizzazione che funzionava grazie anche a protezioni e aiuti e che aveva il suo mercato nella zona tra il porto e la Cala di Palermo.
Questa mattina la squadra mobile di Palermo ha colpito il business della prostituzione, eseguendo un’ordinanza di custodia cautelare per quattordici persone dopo una lunga e difficoltosa indagine che vede coinvolti, tra gli altri, anche due appartenenti alle forze dell’ordine: Vincenzo Corrado e Marcello Mannino, quest’ultimo agli arresti domiciliari. Il sovrintendente Corrado, in servizio presso il Commissariato “Oreto”, sorretto dall’assistenza di Mannino, avrebbe tenuto i contatti diretti con gli sfruttatori e in particolare con Ionel Gligor detto “Aurelio”, millantando l’utilizzo dei mezzi di polizia per assicurare trattamenti di favori e impunità per loro e per le prostitute, usufruendo da queste di prestazioni sessuali documentate.
Corrado nella sua complicità si sarebbe spinto anche a presentare direttamente due donne da inserire nel giro. L’operazione ha potuto vedere la luce grazie ad una denuncia del 2009 di una giovane marocchina, riguardante minacce subite da una connazionale come lei prostituta. E’ stata lei, con il suo racconto, a dare il via alle indagini che hanno portato al blitz che ha smantellato l’organizzazione.