Intervista a Schifani: "La Sicilia cresce"

Schifani a tutto campo: “Economia e occupazione, la Sicilia cresce”

Parla il presidente della Regione: "Do per scontata la mia ricandidatura"
L'INTERVISTA
di
7 min di lettura

“Do per scontata la mia ricandidatura. C’è una regola consolidata nel centrodestra: la riconferma degli uscenti. Servono almeno due mandati per completare il lavoro avviato”.

In questa ampia chiacchierata con il presidente della Regione, Renato Schifani, cominciamo dalle risposte cronologicamente più avanzate. Ma siamo nell’epicentro del discorso. Il governatore della Sicilia conferma la sua intenzione di riconferma. Il gioco di parole rende l’idea.

Mettendo insieme le copiose affermazioni dello stesso tenore dei maggiori esponenti della coalizione che lo sostiene e la visione dell’attuale inquilino di Palazzo d’Orleans, uno Schifani candidato-bis appare, dunque, il percorso più “scontato”. Il resto (tutto) nelle parole che seguono.

Presidente, cominciamo dalla cronaca bollente, in tutti i sensi, dell’estate: le code e le polemiche sulla Palermo-Catania per i cantieri. Si sarebbe potuto evitare il disagio? (ieri, la situazione, dopo qualche ora, è tornata alla normalità, ndr)
“Ho premesso che i lavori sono necessari per la messa in sicurezza. Proprio perché non è stato mai fatto niente. E chi realizza i lavori è Anas, non la Regione. Però, è chiaro che sono un po’ deluso. Sono intervenuto in prima persona per favorire misure che dovevano essere già operative. Qualcosa non ha funzionato nella programmazione. I due sub-commissari, che si sono dimessi, avrebbero dovuto vigilare maggiormente, evitando che partissero i lavori in due cantieri contigui. Andiamo avanti. Io non faccio sconti a nessuno. Ieri, lo ripeto, si è fatto un ottimo lavoro di squadra”.

Ci torneremo sugli ‘sconti a nessuno’. Siamo appena usciti fuori dalla cosiddetta ‘manovrina’. Il bilancio del presidente della Regione?
“Mi pare che siano stati smentiti i profeti di sventura. Io ho affrontato la curva in silenzio, sapendo che il momento post elettorale delle Provinciali, per delle criticità note, per le tensioni sul territorio, ha rischiato di lacerare la compattezza della coalizione. Ho puntato sulle cose essenziali ed ero certo che si potesse procedere con serenità, come poi è avvenuto”.

Quei provvedimenti sono davvero decisivi?
“Sì e saranno utilissimi. Ogni articolo ha una sua logica. Penso al rifinanziamento della legge sulla povertà, per la quale abbiamo destinato 5 milioni di euro per interventi a favore dell’indigenza, del bisogno e dell’emergenza alimentare, con l’impegno, nella prossima manovra, di trovare le risorse anche per le altre due misure: il ricovero degli indigenti e il sostegno a persone in condizione di isolamento ed esclusione sociale. E poi ci sono i fondi per i laboratori di analisi, per la sanità nel suo complesso, per il caro voli, per i rifiuti, per i consorzi di bonifica… Parliamo solo di alcuni aspetti di un traguardo che ha visto l’atteggiamento responsabile dell’opposizione. Mi sono molto impegnato per raggiungere l’obiettivo e i risultati si vedono”.

A proposito di impegni e risultati: come valuta il momento storico della Sicilia?
“Lascio parlare i fatti. Mi ha reso particolarmente orgoglioso la certificazione dell’Istat all’audizione alla Camera dei deputati: il Pil della Sicilia cresce più di quello delle altre Regioni. Le principali agenzie di rating hanno ritoccato al rialzo il loro giudizio. L’Irfis ha messo in circolazione un miliardo di liquidità a fondo perduto e tassi agevolati, che hanno favorito oltre 27 mila imprese e 45 mila famiglie. L’economia è in ripresa, grazie alle politiche liberali del governo regionale. C’è un rilancio complessivo. Guardiamo alle imprese, ai posti di lavoro. I numeri confermano che siamo sulla strada giusta. Vorrei aggiungere qualcosa sul turismo”.

Aggiunga, presidente...
“Stiamo dando un sostegno importante alle strutture ricettive. I turisti scelgono la Sicilia, dobbiamo migliorare l’accoglienza. Con la prossima giunta daremo il via libera a 130 milioni per la riqualificazione. Gli ultimi dati dell’Osservatorio turistico regionale ci dicono che cresce il settore extralberghiero. Nei primi quattro mesi di quest’anno, rispetto al 2024, nel segmento degli affitti brevi, per esempio, gli arrivi sono aumentati del 17,8% e le presenze del 26,1%. Proprio qualche giorno fa, inoltre, il Sole24Ore ha indicato la Sicilia tra le regioni più visitate per le vacanze pasquali con 1,8 milioni di turisti. E con l’abolizione dell’addizionale comunale nei piccoli aeroporti, che abbiamo finanziato nella manovrina, siamo convinti che le compagnie aeree aumenteranno i voli da e per la Sicilia, quindi con un maggiore incoming turistico. Insomma, ci prepariamo a un’estate da pienone”.

Tra le piaghe siciliane, però, possiamo annoverare ancora il dramma dei rifiuti e della siccità.
“Li stiamo affrontando e risolveremo la questione. Il bando per i termovalorizzatori, la svolta che il governo ha impresso, scade il 9 giugno, questo per i rifiuti. Sulla siccità siamo intervenuti massicciamente sulle dighe, con la manutenzione, con tanti altri progetti, per evitare la dispersione. A breve saranno riattivati i dissalatori che offriranno un aiuto ulteriore. Per fortuna, è stato un maggio con la pioggia”.

Soddisfatto, o meno insoddisfatto, della sanità siciliana?
“Dal punto di vista economico-finanziario sono soddisfatto, abbiamo raggiunto l’equilibrio di bilancio e ci accingiamo a uscire dal piano di rientro. Dobbiamo migliorare i Lea, i livelli essenziali di assistenza”.

Come, presidente?
“Sarà essenziale il riordino della rete ospedaliera: una grande scommessa per evitare sprechi e duplicazioni, razionalizzando le risorse umane che non sono molte. Un ospedale funziona se c’è il personale, non come struttura in sé. So che ci saranno, magari, proteste. Ma sono anche convinto della bontà della rotta”.

Ma perché l’Asp di Palermo è ancora senza un direttore? Che ostacoli avete incontrato?
“Prima dell’estate, ci occuperemo anche di questo aspetto. Non sono selezioni semplici, anche perché i dirigenti migliori risultano già impegnati. Però, sono sicuro che troveremo una guida all’altezza”.

Parliamo di politica-politica, presidente: cosa pensa del terzo mandato, che ha sollevato molte polemiche?
“La Corte costituzionale ha dichiarato l’illegittimità di leggi regionali che, in contrasto con l’impianto normativo nazionale, introducevano il terzo mandato. Ciò non significa che il Parlamento non possa cambiare l’attuale impostazione. Ma occorre una ampia riflessione politica, evitando di affrontare argomenti così strategici alla vigilia dei momenti elettorali. A questo punto, però, per par condicio, bisognerebbe aprire il dibattito per concedere la deroga anche ai sindaci nei Comuni con più di 15 mila abitanti”.

Ora, il secondo mandato… Cosa può dirci sulla sua ricandidatura?
“La do per scontata. C’è una regola consolidata nel centrodestra che ricandida gli uscenti: abbiamo molti esempi sul punto. Su questo sono sereno e non abbocco né ai veleni, né alle chiacchiere isolate. Lavoro per i siciliani, nella prospettiva di due mandati”.

La maggioranza come sta? Spifferi? Crepe?
“Niente affatto. Il clima è buono e l’Aula lo ha dimostrato con un atteggiamento di grandissima maturità”.

E Forza Italia? Crepe? Spifferi?
“Perché dovrebbero esserci? Siamo il primo gruppo all’Ars, alle ultime elezioni europee abbiamo preso il 23,5%, alle provinciali, qualche settimana fa, siamo risultati il partito con il numero maggiore di eletti. Forza Italia è in piena salute, con un consenso sempre crescente. Un partito all’interno del quale si discute, ma sempre serenamente e alla luce del sole, in chat e di presenza. Il clima è compatto”.

Ma lei, presidente, come risponde a chi la accusa, ogni tanto, di essere un governatore che scarica le proprie responsabilità sugli altri, in vista di una criticità da scansare?
“Come dovrei rispondere? Non è affatto vero. Sono un politico molto responsabile che affronta il suo ruolo senza svicolare. Al tempo stesso, pretendo una assunzione di responsabilità generale. La Regione ha una parte della burocrazia abituata alla copertura politica: mi riferisco alla più raccomandata, non alla migliore. Così, un sistema non è efficace. Con me la musica è cambiata. Sono comprensivo, vengo incontro, capisco. Ma chi sbaglia paga e non ci sono scuse”.

Governo e sottogoverno, prevediamo novità?
“Se lei allude al rimpasto, non ne vedo il motivo. Ci sono state mere correzioni tecniche interne ai partiti. Punto. Per il sottogoverno e le nomine ho più volte sollecitato la maggioranza, c’è bisogno di una svolta. Non possiamo andare avanti con i commissari”.

Domanda estemporanea: ha davvero fatto pace con Gianfranco Miccichè?
“Da parte mia non c’è mai stata nessuna guerra. Siamo entrambi figli di Silvio Berlusconi. C’è una piena sintonia politica e umana. Questo mi rende oltremodo felice”.

Sono giorni di riconoscimenti istituzionali, lei ha ricordato l’Istat e le agenzie di rating, e di sondaggi critici. Qual è il voto che Renato Schifani dà al presidente Schifani?
“Sufficienza piena, perché sono sempre stato umile e non voglio esagerare. Con un’ampia prospettiva di cose da fare da qui fino al 2027 e dopo. Avverto la piena fiducia dei siciliani”.


Partecipa al dibattito: commenta questo articolo

Segui LiveSicilia sui social


Ricevi le nostre ultime notizie da Google News: clicca su SEGUICI, poi nella nuova schermata clicca sul pulsante con la stella!
SEGUICI