“Schifani benvenuto in Forza Italia | Alfano teme la vendetta di Silvio” - Live Sicilia

“Schifani benvenuto in Forza Italia | Alfano teme la vendetta di Silvio”

Intervista a Gianfranco Micciché: “Metà Ncd vuole tornare nel centrodestra. Angelino non abbia paura. Renato governatore? Oggi lo escludo”.

PALERMO – “Renato Schifani mi ha telefonato qualche minuto prima della sua conferenza stampa per informarmi che stava per dimettersi da capogruppo al Senato di Ncd. Una cortesia che non mi sorprende: è un amico e una gran persona perbene”. Il leader di Forza Italia in Sicilia Gianfranco Micciché assicura di “osservare da lontano” quanto avviene tra gli alfaniani, consapevole però del fatto che “molti di loro vogliono tornare nel centrodestra”. Molti, tranne uno, forse.

E Alfano che è il leader del partito cosa vuole fare? Lei lo ha incontrato…

“Sì, ho incontrato Angelino e abbiamo parlato un po’. La sua posizione non è semplice e lo capisco perfettamente”.

In che senso?

“Se davvero lui decidesse di tornare nel centrodestra, dovrebbe agire presto e di conseguenza. In pratica, dovrebbe decidere di lasciare la poltrona del Ministero più importante. Ma c’è anche un altro ostacolo”.

Quale ostacolo?

“Credo che Alfano tema di subire una specie di vendetta da parte di Silvio Berlusconi. Ma è un fatto che mi sento di escludere al cento per cento”.

Perché è così sicuro?

“Intanto perché è stato proprio Silvio a chiedermi di parlare con Angelino, per capire quali fossero le sue intenzioni. E poi, permettetemi di dire che nessuno conosce Berlusconi come me, che sono al suo fianco ormai da decenni: lui è tutto fuorché un vendicativo”.

Ma intanto Ncd continua a vivere ore molto turbolente. Lo strappo di Schifani non è un fatto secondario, anche perché basato sul fatto di “non condividere il progetto politico di Alfano”.

“Certo, non è un fatto secondario. Ma in realtà io so bene, e lo sanno a tutti a dire il vero, che buona parte di Ncd non vede l’ora di tornare nel centrodestra. In tanti vivono una sensazione di forte disagio. La politica è fatta anche dagli ideali, dalla gente: e molti dei loro elettori non sopportano più il fatto di appoggiare un governo di centrosinistra. E la stessa accade dall’altra parte, dove in tanti, nel Pd, avvertono il fastidio di avere come alleati Alfano e Verdini”.

E così, voi siete pronti a lavorare per la ricostruzione del centrodestra siciliano. A cominciare da Schifani?

“Noi lavoriamo certamente per far rinascere il centrodestra in Sicilia. Ma una cosa deve essere chiara: non stiamo avvicinando Schifani, non gli stiamo proponendo nulla. Stiamo ad aspettare”.

Aspettare cosa?

“Che Ncd viva in pieno il proprio travaglio interno. Che soffrano per queste contraddizioni, le maturino, si ravvedano insieme all’Udc. Poi, si vedrà”.

La scelta di Schifani è la spia che questo processo è ormai molto avanzato, a dire il vero.

“Sì, ma nessuno pensi che noi andremo da Renato dicendogli: ‘Torna con noi e ti candidiamo a Palazzo d’Orleans’. Ma vorrei anche chiarire che Schifani non ha mai chiesto una cosa del genere: è troppo intelligente”.

Schifani non è un candidato credibile per un centrodestra che vuole tornare a vincere?

“Assolutamente no. Almeno per il momento. È inutile parlare di un possibile candidato che attualmente sta in un partito che non è nostro alleato. Ncd decida cosa fare, a quel punto vedremo. La mia amicizia con Schifani è nota. È una gran persona perbene. Ma al momento non ha alcun senso spingersi oltre”.

Mi pare di capire, insomma, che la questione vada oltre Schifani e riguardi l’intero Ncd.

“Credo che i dirigenti del partito stiano anche facendo quattro conti. Certo, non voglio pensare che il disagio interno derivi dal fatto che Renzi abbia promesso di candidare cinque piuttosto che dieci alfaniani. Non lo credo. Semmai, penso che stiano valutando altre cose, anche in relazione alla legge elettorale”.

Vale a dire?

“In Ncd, ma anche nell’Udc sanno bene che oggi Alleanza popolare vale il 2,2-2,3 per cento. Quando la soglia minima per entrare in parlamento è del 3 per cento. Ma quel partito se restasse alleato del centrosinistra, vedrebbe ulteriormente assottigliarsi quel consenso, fin sotto il 2 per cento. Se invece Alleanza popolare tornasse nel centrodestra, recupererebbe quegli elettori di cui parlavo prima, e tornerebbe certamente al di sopra della soglia di sbarramento”.

Allora si sente di dare un consiglio ad Alfano e uno a Schifani?

“A Renato dico che, qualora lo decidesse, sarebbe il benvenuto in Forza Italia. Ad Angelino invece posso solo ripetere: non temere la vendetta di Berlusconi”.


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