PALERMO – Nelle dichiarazioni ufficiali l’ipotesi viene dribblata con un salomonico “lavoro per risolvere i problemi del momento”, ma negli incontri riservati l’idea di un secondo mandato a Palazzo d’Orleans viene palesata con grande fiducia da Renato Schifani. Per il governatore una candidatura bis è nell’ordine naturale delle cose.
I numeri del governo regionale
Una posizione fortificata dai numeri della gestione iniziata nell’autunno 2022: aumento del gettito fiscale, manovre finanziare espansive e “di stampo liberale”, come sottolineato dal governatore a più riprese, giudizi positivi delle agenzie di rating, riduzione del disavanzo e, in parallelo, della compartecipazione della Regione alla spesa sanitaria dal 49,1 al 42,5 per cento.
Idea secondo mandato per Schifani
Risultati che autorizzano il presidente della Regione a ipotizzare un secondo mandato, tuttavia serve prima una pacificazione con il gruppo parlamentare all’Ars. La mossa è stata suggerita da più parti al diretto interessato: “recuperare” il rapporto con la deputazione regionale sarebbe la prima cosa da fare per intraprendere la strada del secondo mandato. Da qui partirebbe poi il confronto con gli alleati del centrodestra.
I mal di pancia per il rimpasto
Molteplici le cause alla base dei rapporti freddi tra Schifani e i deputati azzurri, che hanno comunque assicurato lealtà al governatore. Prima di tutto il rimpasto: con gli ultimi avvicendamenti Schifani ha risposto a specifiche richieste degli alleati, ma c’era chi auspicava novità anche per le deleghe di FI. La nomina di un tecnico d’area come Alessandro Dagnino all’Economia ha spiazzato tutti, mentre per la Sanità si attendeva un segnale, magari con la scelta di un nome tra i deputati di Sala d’Ercole.
Alla fine il timone dell’assessorato di piazza Ottavio Ziino è rimasto nelle mani di Giovanna Volo, con un ruolo di primissimo piano per il dirigente Generale del dipartimento per la Pianificazione strategica Salvatore Iacolino.
Malumori anche per le nomine della sanità
La sanità resta comunque una delle cause dei mal di pancia che attraversano Forza Italia. Non è un caso, infatti, che molte nomine di direttori sanitari e amministrativi nelle Asp non siano ancora arrivate. La scelta spetta ai dg in piena autonomia, ma la mancata concertazione con chi è espressione dei territori viene mal digerita da diversi deputati forzisti.
Il voto alle Europee
Ad appesantire il clima anche la mancata analisi del voto europeo. Forza Italia in Sicilia ha ottenuto 355.666 voti, valsi il 23,7% e la palma di partito più votato nell’Isola. Un risultato frutto delle intese con i centristi e l’Mpa di Raffaele Lombardo, “ma anche del sacrificio di tanti in Forza Italia”, come fanno notare dal partito.
Da queste evidenze, oltre che dalla presa d’atto che presto si dovrà tornare in aula per la prossima Finanziaria, parte la presa di posizione di chi, in questi giorni, ha suggerito un cambio di strategia. La necessità del dialogo tra presidenza della Regione e gruppo parlamentare azzurro viene evidenziata anche in considerazione del fatto che i radar della politica siciliana alla lunga potrebbero registrare dei movimenti.
I movimenti nel centrodestra
In Forza Italia, infatti, si guarda con apprensione ai piani del numero uno dell’Ars Gaetano Galvagno, vicinissimo al presidente del Senato Ignazio La Russa. Quest’ultimo nel 2022 risultò decisivo nelle scelte del centrodestra dopo il ‘no’ di Miccichè al Musumeci bis.
Il presidente dell’Ars, come del resto anche Schifani, gode di ottimi rapporti con le anime centriste della coalizione di governo. In una recente intervista a LiveSicilia, inoltre, Galvagno ha usato toni distensivi anche per Lombardo, che invece ha avuto più di uno screzio con Schifani.
Le elezioni sono lontane ma il prossimo candidato del centrodestra, come sussurra più di una voce d’area, “non arriverà all’ultimo minuto”. Per questo motivo in casa Forza Italia, dove si intende sempre di più controbilanciare lo strapotere dei patrioti di FdI, ci si sta muovendo. Obiettivo rinsaldare i rapporti interni, “base fondamentale” per giocare la carta dell’eventuale riconferma sul tavolo del centrodestra. Il secondo mandato per Schifani passa prima di tutto dalla pace interna.