Sciascia e Pasolini, il rapporto tra due intellettuali: appuntamento a Racalmuto FOTO - Live Sicilia

Sciascia e Pasolini, il rapporto tra due intellettuali: appuntamento a Racalmuto FOTO

È la solita storia degli anniversari: altarini addobbati da accademici, giornalisti, politici per fissare in icone debitamente distanziate
L'EVENTO CULTURALE
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Nel 1921 nacque Leonardo Sciascia, nel 1922 Pier Paolo Pasolini. Ampiamente commemorati e celebrati entrambi, perfino da chi li aveva angustiati in vita con oltraggiose polemiche. È la solita storia degli anniversari: altarini addobbati da accademici, giornalisti, politici per fissare in icone debitamente distanziate, anzi irraggiungibili, ardue lezioni di moralità e di stile, fastidiosamente intimidatorie per la loro e nostra pochezza.


Poco si è detto, piuttosto, del loro sodalizio, di un’amicizia sorprendente tra due intellettuali accomunati sì dalla vocazione critica e demistificatrice, ma tanto diversi nelle modalità concettuali, linguistiche e soprattutto esistenziali con cui scelsero di trasmettere quell’afflato: esibitamente vitalistico in Pasolini, sobriamente raziocinante in Sciascia, vissuto dal primo come scandalo e patimento, nel secondo con «la silenziosa fragile speranza dei siciliani migliori».


Non a caso, in una tarda intervista, Sciascia diceva dell’amico: «Mi sentivo molto vicino a lui. Non ero sempre d’accordo con lui, però Pasolini aveva un coraggio, una capacità di provocazione straordinari. E dopo la sua morte mi sono sentito un po’ più solo, un po’ più disarmato. Con Pasolini ero molto d’accordo… anche quando aveva torto». Non è il caso, del resto, d’insistere sulle differenze, ora che un presente troppo difforme dalla lezione di Leonardo Sciascia e di Pier Paolo Pasolini la rimuove affiancandoli in una sbiadita icona celebrativa.
Proprio per evitare la rituale chiacchiera delle celebrazioni, ho pensato di percorrere una nuova via: un convegno sulla loro generazione, sui nati in quegli anni, su una generazione (si pensi a figure come Berlinguer, don Milani, Calvino, Danilo Dolci, Basaglia) che ha lasciato un segno e determinato svolte nella storia culturale e civile del nostro paese.
Una storia della cultura e delle forme espressive scandita per generazioni in Italia è ancora da fare, mentre per esempio in Spagna è pratica corrente. Ebbene, questo nostro convegno intende proporre in tal modo nuove modalità d’indagine, attente alla febbrile temperatura delle epoche di volta in volta indagate, al fecondo caos del confronto, dello scontro, del quotidiano e scomposto divenire dell’invenzione espressiva e della battaglia delle idee. E anche, se possibile, un monito per i nostri tempi di acquiescenza indifferente, di rinunzia al pensiero critico e alle grandi idealità di cui quei personaggi furono appassionati seguaci.

Cent’anni di solitudine:
la generazione (1921-’25)
di Sciascia e Pasolini

Fondazione Leonardo Sciascia, Racalmuto, 22-23 ottobre 2022

22 ottobre ore 9,30
Saluti delle autorità
Presiede Paolo Squillacioti
Antonio Di Grado, Due o tre cose su una generazione “divisa”
Fernando Gioviale, Felice chi è diverso? Sciascia e Pasolini, fraterni e lontani
Marina Paino, Quel dialogo a distanza tra Calvino e Sciascia
Rosario Castelli, Uomini contro: Sciascia, Francesco Rosi e il camaleontismo del Potere


22 ottobre ore 15,30
Presiede Marina Paino
Leandra D’Antone, Emanuele Macaluso comunista con Sciascia nella
Sicilia dell’energia
Stefania Mazzone, “Ciascuno cresce solo se sognato”: Danilo Dolci
Elvira Seminara, L’arte del caos. Goliarda Sapienza
Arianna Rotondo, Bellezza, Grazia, Mistero: le ‘liturgie’ di Cristina
Campo


23 ottobre ore 9,30
Presiede Fernando Gioviale
Antonio Di Grado, Mario Pomilio: un cruciverba partenopeo
Giuseppe Raniolo, Il dono della speranza. Sull’eredità di Franco
Basaglia
Maria Panetta, Ripellino all'”Espresso”: cronache teatrali degli anni
Settanta
Sebastiano Vecchio, Il classico Lorenzo Milani: scrittura e rancura


23 ottobre ore 15,30
Presiede Domenica Perrone
Giuseppe Astuto, Berlinguer e l’Europa: una sfida ancora aperta
Dario Stazzone, I “diverbia” di Addamo in dialogo con Sciascia e
Pasolini

Maria Rosa De Luca, Reinventare la tradizione: Maria Callas tra
cronaca e mito
Fabrizio Catalano, Damiano Damiani: l’essenza della libertà creativa

In occasione dei due centenari dalla nascita di Leonardo Sciascia
(1921) e di Pier Paolo Pasolini (1922), e per celebrare il duraturo
sodalizio tra i due scrittori, si è deciso di allargare il quadro a quegli
scrittori, artisti e politici che, nati in quei primi anni Venti, hanno
segnato nel nostro paese la storia della letteratura e delle arti, della
politica e del dibattito intellettuale e civile. Una storia della cultura e
delle forme espressive scandita per generazioni è ancora da fare:
questo tentativo, arricchito da relatori competenti e prestigiosi,
intende innovare il consueto appuntamento dei centenari,
facendone occasione di indagini sincroniche che ai soliti medaglioni
celebrativi sostituiscano la febbrile temperatura delle epoche di
volta in volta indagate.
Sabato 22 ottobre, alle ore 18,30, nei locali della Fondazione verrà
inaugurata inoltre la mostra “Sciascia e Pasolini tra i documenti in
archivio”. Saranno esposti gli articoli di Sciascia su Pasolini e di
Pasolini su Sciascia e le lettere di Pasolini ricevute da Sciascia,
documenti tutti custoditi a Racalmuto. Ma non solo. Verranno
esposti altri documenti che legano i due scrittori: lettere di
Vincenzo Cerami, di Enzo Siciliano, di Nico Naldini e dello stesso
Leonardo Sciascia; i primi fogli del dattiloscritto “L’affaire Moro”; il
libro “Il fiore della poesia romanesca”, del 1952, curato da Sciascia
e con premessa di Pasolini, e il libro “Dal Diario” di Pasolini e con
introduzione di Sciascia (tutti e due i volumi furono pubblicati dalle
edizioni Salvatore Sciascia di Caltanissetta). Insomma, attraverso le
carte d’archivio si potrà osservare, da una delle tante possibili
angolazioni, il rapporto intenso che legò due fra i più grandi scrittori
italiani del Novecento che “avevano pensato le stesse cose, dette
le stesse cose, sofferto e pagato per le stesse cose” (così scrisse
Sciascia all’indomani della morte di Pasolini).
La mostra verrà curata da Edith Cutaia e Vito Catalano.


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