PALERMO – Sullo sciopero Amat di oggi si registra, come spesse accade, il balletto di cifre e dati fra aziende e sindacati. Se per l’Amat la mobilitazione di Cobas e Ugl ha raccolto un’adesione del 13%, al netto dei riposi, ferie e malattie, con il tram che è stato regolare sulla linea 1, per i sindacati “il 70% dei bus Amat oggi si sono fermati. Su 169 vetture uscite stamattina dal deposito, ne sono rientrate 100. Altri 20 bus sono rimasti ai nodi “su disposizione dell’azienda che ha impedito, con veri e propri picchettaggi, che gli autisti facessero ritorno in rimessa”. A dirlo sono Antonino La Barbera e Corrado Di Maria, rispettivamente segretario regionale dei Cobas del Lavoro Privato e segretario provinciale Ugl-Autoferrotranvieri, secondo cui “nonostante l’azienda abbia ‘sguinzagliato’ alcuni funzionari di fiducia, guarda caso dirigenti sindacali delle sigle non scioperanti, la protesta ha registrato un notevole successo”. Nel bilancio dello sciopero anche 7 tram fermi su 9 “che hanno comportato il blocco totale di due linee su tre”, aggiungono La Barbera e Di Maria, con riferimento alle linee 2, 3 e 4. L’astensione dal lavoro è stata trasversale ed ha riguardato anche il personale amministrativo e gli operai dell’officina, compresi i part-time. “Sfidiamo adesso i vertici dell’Amat a smentire i dati di bus e tram rimasti fermi – sottolineano i segretari di Cobas e Ugl – perché la fonte è la stessa azienda. I maldestri tentativi, vecchi e recenti, di gettare ‘fumo negli occhi’ a lavoratori e cittadini sono miseramente falliti. La nuova turnazione, istituita di pari passo alla riorganizzazione delle linee, ha fatto piombare il servizio nel caos. Oggi abbiamo manifestato nell’interesse di tutti – azienda, lavoratori e cittadini – affinché si accendano i riflettori su una gestione che sta portando l’Amat in un vicolo cieco”. “Di fronte alla condotta dei vertici dell’Amat e alla sordità dell’amministrazione comunale – concludono La Barbera e Di Maria – siamo pronti ad arrivare al blocco totale, ovvero ad uno sciopero di 24 ore”.
Nella querelle interviene anche Angelo Figuccia: “Il grande successo dello sciopero di oggi degli autisti dell’Amat è un chiaro segnale per l’Amat e il sindaco: cambiamo subito marcia o altrimenti sarà il baratro. I primi provvisori dati sulla massiccia partecipazione allo sciopero di oggi, 120 autobus rientrati in rimessa sui 169 usciti stamane e ben 7 tram su 9 in circolazione, dimostrano chiaramente come il clima all’interno dell’azienda non sia tranquillo, tutt’altro. E dire che questo clamoroso risultato è stato ottenuto da due piccole sigle sindacali, l’Ugl e i Cobas, che nonostante i pochi iscritti, hanno saputo intercettare il grande malcontento che circola tra i dipendenti di via Roccazzo, mentre le altre sigle sindacali evidentemente hanno scelto una politica consociativista con dell’amministrazione. La decisione di Orlando di legare a stretto giro la sorte dell’Amat con la Ztl si è rilevata pessima, tanto che adesso l’azienda, dopo la bocciatura del Tar, rischia seriamente di finire a gambe all’aria. Insomma, Orlando, che il sindaco lo… sapeva fare, prenda atto che senza robuste iniezioni di risorse economiche, 1800 lavoratori e le loro famiglie corrono il rischio di finire in mezzo ad una strada. E’ indispensabile intervenire subito, altrimenti la città si ritroverà senza mezzi pubblici e con l’ennesima gravissima crisi occupazionale, un’autentica mazzata sul nostro già fragilissimo sistema sociale”.
“L’Amat dovrà pagare entro fine aprile 2,1 milioni di euro per il global service del tram e 250mila euro di energia elettrica all’Enel. Entrambe le rate si riferiscono ai mesi di gennaio e febbraio”. Lo rende noto il consigliere comunale Orazio La Corte (Leva Democratica), che pone un quesito al sindaco Orlando: “Se è vero quello che dice il primo cittadino, e cioè che ‘lo stato di salute dell’Amat non è così drammatico come viene dipinto’, da dove verranno presi questi soldi dopo la bocciatura delle Ztl?”. Il consigliere La Corte, inoltre, ritorna sulle cifre relative a vendita dei biglietti, chilometri percorsi e decremento delle corse diffuse da Comune e Amat. “Dalla vendita dei tagliandi nel 2015, l’Amat ha incassato 5,7 milioni di euro (fonte bilancio aziendale), di cui 1,35 milioni nel primo trimestre. Da gennaio a marzo di quest’anno invece l’introito è pari a 1,6 milioni di euro. Ovvero appena 250mila euro in più rispetto all’anno scorso, quando non c’era il tram. Un andamento tutt’altro che positivo, contrariamente a quanto sbandierato ai quattro venti dal direttore generale facente funzioni Gianfranco Rossi”, sottolinea La Corte. Per quanto riguarda invece le corse dei mezzi Amat, questa è la situazione di gommato e tram: “In entrambi i casi la differenza tra chilometri programmati e chilometri effettivamente percorsi è negativa. Bus: gennaio (-19%), febbraio (-23%), marzo (-24%); tram: gennaio (-18%), febbraio (-14%), marzo (-10%). “È paradossale – conclude il consigliere di Leva Democratica – che il direttore generale facente funzioni Rossi smentisca alla stampa i miei dati e si rifiuti di comunicarli ufficialmente alla commissione consiliare Aziende. Non sono bastate, infatti, due audizioni a convincere Rossi. Nella prossima sua audizione, già convocata, ci porti i dati più volte sollecitati dalla stessa commissione”.

