PALERMO – Ieri la conferenza stampa. Stamattina il convegno. Questo pomeriggio l’Aula. E così, ecco salire, e di tanto, la tensione a Palazzo dei Normanni. Ad accendere la miccia della polemica il Movimento cinque stelle che ha illustrato nella mattinata di ieri, un report sui costi e la produttività di Palazzo dei Normanni. Un dossier spietato, ma contestato apertamente dal presidente dell’Ars Gianfranco Micciché che oggi è andato giù duro, promettendo una querela al gruppo grillini per quelle parole che avrebbero vilipeso le istituzioni.
E così, la “guerra” sui costi del parlamento ha invaso anche Sala d’Ercole. Nel pomeriggio, durissimo scontro in Aula, durante la seduta dedicata al question time, tra i capigruppo del Movimento cinque stelle e di Forza Italia, Francesco Cappello e Giuseppe Milazzo.
Cappello ha aperto il proprio intervento parlando di un “gravissimo strappo istituzionale tra Micciché e il nostro gruppo. Micciché vuole querelare il Movimento cinque stelle per vilipendio e ci accusa di avere dato numeri falsi. E chiede a Zito di dimettersi dal consiglio di presidenza. Avremmo preferito – ecco l’affondo di Cappello – un atto di coraggio, non un atto di viltà. Invece di nascondersi al quarto piano di questo palazzo avremmo preferito che venisse qui a dirci quelle cose in faccia. Questa è un’Assemblea improduttiva. Siamo in un’eterna sessione di bilancio: è una vergogna. I componenti del M5s sono stati definiti, per avere fatto il proprio dovere, dei farabutti. Caro Micciché ci quereli pure, ha perso tempo. Ma poi si dimetta, lei è indegno di rappresentare il popolo siciliano”.
Non si è fatta attendere, come detto, la replica affidata al capogruppo azzurro, fedelissimo del presidente dell’Ars: “Questo dibattito – ha detto Giuseppe Milazzo – non farà bene a nessuno. I dati diffusi dal Movimento cinque stelle per noi sono più che discutibili. Al mio paese si dice ‘sballati’. Del resto, questo palazzo è molto più importante della Casa bianca, e avete messo il costo del Palazzo sul costo complessivo dell’Assemblea. Tutti i numeri che voi date sono falsi. Politicamente c’è anche il dolo. Non sapendo più a cosa aggrapparvi, uscite fuori anche questo. Ma del resto – ha proseguito – sono otto anni che dite le stesse cose. Ormai però non siete più Cinquestelle, siete a due stelle: vi siete rimangiati tutto, dall’ambiente all’immunità. Noi abbiamo il dovere di difendere la faccia di un palazzo massacrato. E la stampa massacra tutti. Questo non è un tema che premia nessuno. Che poi – ha concluso Milazzo – che significa che costiamo mille euro a minuto? Siamo in fabbrica? Lavoriamo a cottimo? O dobbiamo fare i copia e incolla di disegni di legge per fare vedere che si lavora? La politica sia altra cosa, confrontiamoci sugli argomenti”.
L’ultimo strascico di una polemica che già ieri aveva coinvolto diversi esponenti politici. Dal segretario regionale del Pd Davide Faraone che aveva criticato la conferenza stampa grillina, all’unico leghista all’Ars, Tony Rizzotto durissimo contro i Cinquestelle. A loro si unisce il capogruppo dell’Udc Eleonora Lo Curto: “Dopo la conferenza stampa tenuta ieri dai deputati Cinque stelle sui costi dell’Ars con toni da avanspettacolo, ancora oggi taluni parlamentari grillini si lanciano in invettive ai limiti delle minacce sui social media. Il grillino Luigi Sunseri – ha aggiunto la deputata – scrive che “siamo solo all’antipasto” paventando chissà quale altra iattura sul parlamento siciliano guidato da Gianfranco Miccichè. Purtroppo, non avendo altri argomenti, i Cinque stelle ricorrono sempre alle roboanti accuse intrise di antipolitica pensando che i siciliani siano così scemi da abboccare. La fannullaggine però va misurata con l’apporto che i Cinque stelle danno alle Istituzioni siciliane, ma basta rileggere le parole di Beppe Grillo quando definisce i suoi come un “branco di incapaci”. Abbiano la decenza di fermarsi un minuto prima di pronunciare ancora corbellerie. Ingoino in silenzio la sconfitta e facciano autocritica a partire dal mutamento genetico che ha reso il Movimento Cinque stelle da partito di lotta a confuso groviglio di interessi, che sotto le mentite spoglie del contratto tra forze opposte – conclude – rispecchia e fa rivivere del vecchio sistema della politica, la peggiore espressione”.
Aggiornamento
“Dati falsi? Li abbiamo presi da fonti ufficiali dell’Assemblea. Miccichè ci querela? Siamo noi a querelare lui. Lui lo faccia pure e poi si dimetta”. Lo dicono i deputati regionali del M5S, in risposta alle dichiarazioni del presidente dell’Ars. “Tutti i dati che abbiamo presentato in conferenza stampa – dice il deputato Stefano Zito – provengono da fonti ufficiali dell’Ars, Miccichè non sposti il focus della questione, abbiamo denunciato i costi solo per accendere i riflettori sull’inaccettabile improduttività dell’aula. Se avessimo fatto leggi per risollevare la Sicilia, nessuno si sarebbe scandalizzato dei costi. Il problema è che quest’assemblea, oltre alle leggi obbligatorie, non ha cavato un ragno dal buco, mentre la Sicilia affonda. Noi la nostra parte l’abbiamo sempre fatta, non a caso siamo il gruppo nettamente più prolifico dell’Assemblea e i più presenti nelle commissioni”. “Miccichè – afferma il capogruppo Francesco Cappello – ci querela? Lo faccia pure e poi si dimetta, non è degno di rappresentare quest’Assemblea che lavora col contagocce, che è in eterna sessione di bilancio e con una conferenza di capigruppo che non si riunisce da tempo nemmeno per programmare i lavori. Intanto saremo noi a querelare lui che ci ha definiti farabutti e ci ha pesantemente offeso”.